Accolta la richiesta del ministero della Giustizia di mettere fuori legge nel Paese il movimento internazionale Lgbt, definito "estremista"
La Corte Suprema russa ha accolto la richiesta del ministero della Giustizia di mettere fuori legge nel Paese il movimento internazionale Lgbt, definito "estremista". Lo riferisce l'agenzia Ria Novosti.
La sentenza
Il giudice ha stabilito che "il movimento internazionale LGBT pubblico e le sue suddivisioni" sono estremisti, e ha emesso un "divieto sulle sue attività sul territorio della Russia". Viene specificato che l'ordine ha effetto immediato. Non è chiaro al momento se il verdetto si estende a determinati individui o organizzazioni. Se venisse applicata agli individui, l'etichetta "estremista" significherebbe che le persone gay, lesbiche, transgender o queer che vivono in Russia potrebbero rischiare il carcere.
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Le reazioni
"Un giorno sarà finita, ma per ora dobbiamo cercare di continuare a vivere e a salvarci", ha affermato sui social media il gruppo Resistenza femminista contro la guerra, che critica l'offensiva militare russa in Ucraina. Altre ong, tra cui il gruppo per i diritti transgender "Center T", hanno detto che avrebbero pubblicato linee guida per la sicurezza dei membri della comunità LGBTQ. Yan Dvorkin, a capo del "Center T", che ha lasciato il Paese per motivi di sicurezza, ha definito il procedimento legale un "nuovo estremo di follia".
La svolta conservatrice della Russia, con il presidente Vladimir Putin che esorta i russi a sposare i valori tradizionali propugnati dalla Chiesa Ortodossa, ha visto un'accelerazione dopo l'invasione dell'Ucraina. Secondo Dvorkin, le persone lgbt vengono usate come capri espiatori dalle autorità russe a fronte di un malcontento crescente.