I sauditi hanno fatto valere i favori del pronostico, prevalendo sin dal primo turno. Secondi i sudcoreani e terzi gli italiani. "Dobbiamo sportivamente accettare la sconfitta ma il nostro era un bellissimo progetto", ha dichiarato il sindaco Gualtieri. "Deriva pericolosa: adesso vale il principio dell'interesse immediato. Se questo è il sistema, l'Italia non ci deve stare", ha commentato il presidente del Comitato promotore Massolo
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Ha vinto Riad. Sarà la capitale dell'Arabia Saudita la sede di Expo 2030: la vittoria è stata netta già al primo turno, con 119 preferenze, contro le 27 di Busan (Corea del Sud) e le 17 di Roma. Per questa giornata, Roma aveva schierato per l’ultima arringa tre donne italiane celebri in tutto il mondo: Trudy Styler, attrice, produttrice, attivista per i diritti umani e ambasciatrice Unicef, con il marito Sting in video; poi l'attrice Sabrina Impacciatore e l'atleta oro paralimpico nel fioretto Bebe Vio. Amareggiato il sindaco Gualtieri per il risultato: "Dobbiamo sportivamente accettare la sconfitta: la vittoria di Riad è stata schiacciante ma quello di Roma era un bellissimo progetto". Più duro il commento dell'ambasciatore Giampiero Massolo, presidente del Comitato promotore: "Se questo è quello che sceglie, a stragrande maggioranza, la comunità internazionale, significa che la scelta va al metodo transazionale, non transnazionale. Vale il principio dell'interesse immediato, vale il principio della deriva mercantile. Si tratta di un sistema pericoloso: oggi l'Expo, prima i mondiali di calcio, poi chissà le Olimpiadi. Non vorrei che si arrivasse alla compravendita dei seggi in consiglio di sicurezza, perché se questa è la deriva io credo che l'Italia non ci debba stare", ha dichiarato.
Roma contro Riad e Busan
A Parigi, per questa giornata decisiva, erano presenti anche il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e la vicepresidente della Regione Lazio Roberta Angelilli. In rappresentanza del governo c'erano il ministro per lo Sport e per i Giovani Andrea Abodi e la sottosegretaria Maria Tripodi. C’era anche l'ambasciatore Giampiero Massolo, fin dall'inizio dell'avventura alla guida del Comitato promotore. Per promuovere la candidatura di Roma ci sono stati due anni di lavoro, migliaia di eventi, appuntamenti internazionali, accordi e intese per tessere una ragnatela diplomatica in grado di competere con i miliardi sauditi. Riad ne avrebbe spesi almeno 8 e da lungo tempo era la favorita e saldamente in testa alle previsioni. Ma Roma e Busan hanno cercato di vendere cara la pelle, anche se gli arabi si sono ritrovati a essere organizzatori dell'Expo 2030 già dopo il primo turno.
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Le presentazioni
Oggi al Palais des Congrès d'Issy-les-Moulineaux si è tenuta l'ultima serie delle "presentazioni" della candidatura, un rito già visto in diversi appuntamenti e al quale Roma è arrivata con iniziative di grande impatto. Non un caso che siano state scelte tre donne per questa sfida finale in cui ci si misurava con una candidata, Riad, che destava più di un interrogativo sul piano del rispetto dei diritti umani e della parità di genere. A gridare a tutti i delegati del mondo "Roma is my home" (“Roma è la mia casa” ) c’è una donna come Trudie Styler, che con il marito Sting vive da una ventina d'anni in Italia, in Toscana, ed è attrice, produttrice cinematografica, regista, attivista per i diritti umani, ambientalista e ambasciatrice Unicef. Con lei, un simbolo universale della tenacia nel combattere le battaglie più difficili, Bebe Vio, e una star dalla popolarità ormai planetaria come Sabrina Impacciatore. "Scegli Roma, portiamo la storia nel futuro!", ha detto la premier Giorgia Meloni nel videomessaggio rivolto ai delegati del Bureau International des Expositions (Bie). Diffuso anche un video del tennista Jannik Sinner, fresco vincitore della Coppa Davis con l'Italia: "Io non rinuncio mai, qualunque sia il punteggio della partita. Cerco di dare sempre il meglio. L'Italia incarna i valori dello sport, della società e umanità. Al tennis si vince in 2 set, questo è il numero che dovete votare oggi".