Cop28, cosa aspettarsi dalla conferenza sul Clima di Dubai

Mondo
Alberto Giuffrè

Alberto Giuffrè

Oggi si apre il vertice Onu sulla crisi climatica. Dal conflitto di interesse alla questione loss and damage, ecco cosa aspettarsi 

ascolta articolo

Scatta l'ora X a Dubai per l’inizio della Cop28, la conferenza sul Clima. A partire da oggi e per due settimane, l’Expo della città emiratina passerà formalmente sotto il controllo delle Nazioni Unite per ospitare i negoziati. Ma quali saranno gli aspetti da tenere d’occhio. 

Il conflitto di interessi 

Partiamo dalla scelta del luogo, gli Emirati Arabi, uno dei principali paesi produttori ed esportatori di combustibili fossili cioè dei principali responsabili della crisi climatica. La Bbc ha pubblicato documenti riservati secondo cui il Paese starebbe sfruttando la conferenza per stringere nuovi accordi commerciali su petrolio e gas. Anche per questo il presidente della Conferenza, il discusso Ahmed Al Jaber, amministratore delegato dell’azienda petrolifera di Stato, sarà l’osservato speciale. 

 

Come tagliare le emissioni 

Un elemento su cui c’è ampia convergenza tra le parti è l’impegno a triplicare la capacità delle rinnovabili entro il 2030. Un punto già sottoscritto dal G20, rilanciato di recente da Stati Uniti e Cina. Aumentare le energie pulite però non basta, occorre ridurre allo stesso tempo le emissioni. Alcuni Paesi cercheranno di mettere nero su bianco il phase out, cioè l’abbandono delle fonti fossili, altri spingeranno per il phase down, la riduzione. Sentiremo parlare molto delle tecnologie di cattura e stoccaggio di carbonio. Tecnologie che dovrebbero accompagnare la transizione ma che oggi sono ancora poco mature e inefficaci. 

Il fondo per le perdite e i danni 

Infine ci sarà la questione del loss and damage. All’ultima Cop era stata decisa la creazione di un fondo per le perdite e danni subiti dai Paesi più deboli. Ma i passi per rendere operativo questo fondo sono ancora molto lenti. Insomma, non si capisce chi paga e come per questi danni. A questi tre punti se ne aggiungerà un altro, poco dopo la fine della Cop: il 2023 sarà quasi certamente l’anno più caldo mai registrato. A questi punti se ne aggiungerà un altro, poco dopo la fine della Cop: il 2023 sarà quasi certamente l’anno più caldo mai registrato. 

Pope Francis presides over the Prayer for the Peace in Saint Peter Basilica, Vatican, 27 October 2023.   ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI

approfondimento

Annullato viaggio del Papa a Dubai, richiesta dei medici

Mondo: I più letti