Perù, tra panettoni e candele: un centro per aiutare le adolescenti madri

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Alberto Giuffrè

Alberto Giuffrè

Siamo stati nella periferia di Lima per vedere come le bambine e adolescenti vittime di violenza riescono a trovare una speranza per il futuro

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Bastano poche uscite della tangenziale, a Lima, per lasciarsi alle spalle i negozi, le case coloniali e i locali alla moda. E ritrovarsi davanti ai problemi della periferia di una città da oltre 9 milioni di abitanti. Una realtà che, in un Paese da 33 milioni di abitanti, ci dice molto della situazione di tutto il Perù.

Aumentano i femminicidi

Nel 2022 sono aumentati i femminicidi rispetto all’anno precedente. E tre donne su dieci subiscono almeno una volta aggressioni o violenze sessuali da parte del partner. Guardando alle ragazze adolescenti, un numero preoccupa più di altri: in media, ogni anno, 1100 minori di 15 anni diventano madri.

La casa del sorriso di Lima

Abbiamo visitato la Casa del Sorriso della capitale peruviana, un progetto della ONG Cesvi che si occupa di dare un futuro a queste madri adolescenti. Spesso vittime di violenze subite in famiglia e per questo allontanate da casa. Il centro d’accoglienza si trova a sud di Lima. Ospita ragazze dai 13 ai 17 anni con i loro figli. Tra colibrì e conigli, i bambini giocano nel cortile mentre loro, le madri, frequentano corsi che potranno essere utili a trovare un lavoro appena compiuti i 18 anni. Ci sono ad esempio i laboratori per fare le candele e quelli per cucire vestiti. Qui si impara anche a sfornare pane e torte che vengono venduti al pubblico. Oltre al panettone – sì, proprio lui – che in Perù viene consumato tutto l’anno. "Sviluppiamo con loro un piano di vita", racconta Fabiana Rodari di Cesvi: "Questo ci permette di conoscerle, capire i loro interessi, le loro motivazioni e anche accompagnarle nel loro percorso”.

La vita delle ragazze, dopo

Il sorriso di chi è stato in un centro di accoglienza come questo e sta diventando indipendente lo troviamo sul volto di Carolina, ragazza che vive in un altro quartiere difficile, a due passi dal mare. Ha 21 anni e vive con il compagno e il figlio in questa casa. Una delle stanze è il laboratorio dove cuce vestiti che poi vende ai vicini o nei mercati. “Il mio sogno - ci racconta - sarebbe avere un mio laboratorio già attrezzato di tutto. Vorrei perlomeno avere la mia macchina da cucire perché quella che ho adesso è danneggiata. E poi mi piacerebbe espandere l’attività”. Durante l’intervista si deve fermare per intercettare l’autobotte che periodicamente porta l’acqua nel suo appartamento. Soltanto una delle tante difficoltà con cui ha a che fare ogni giorno. Ma che non le impedisce di seguire i suoi sogni.

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