Rifiuta di indossare velo, l'Iran limita cure mediche in carcere a premio Nobel Mohammadi

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Arrestata 13 volte, condannata cinque per un totale di 31 anni di carcere e 154 frustate. Nella motivazione del premio, il Comitato aveva sottolineato "il tremendo costo personale" che l’attivista e giornalista sta pagando

 

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Si è rifiutata di indossare il velo e per questo le autorità carcerarie iraniane hanno bloccato il suo trasferimento in ospedale per cure mediche. La detenuta in questione è il premio Nobel per la Pace 2023 Narges Mohammadi, giornalista e attivista anti-regime degli ayatollah. La denuncia arriva dalla famiglia con un comunicato, dove avvertono che la loro congiunta ha bisogno di cure urgenti e che la sua salute è a rischio. Narges Mohammadi soffre, infatti, di problemi cardiaci e polmonari, ed è detenuta nel carcere di massima sicurezza di Evin, a Teheran, famoso perché è il luogo dove quasi sempre vengono rinchiusi i detenuti politici. Dalla morte di Mahsa Amini, nel settembre 2022, le autorità di Teheran hanno intensificato la repressione degli oppositori al regime.

 

La sua lotta per i diritti umani

Mohammadi, che si trova in carcere da quasi due anni, in ottobre era stata premiata col Nobel per “la sua lotta contro l’oppressione delle donne in Iran e per promuovere i diritti umani e la libertà per tutti”. La famiglia ha fatto sapere che, a causa del suo rifiuto di indossare l’hijab, lunedì Mohammadi non era stata portata neppure nell’infermeria dell’ospedale, ma era stata visitata nell’ala femminile del carcere. Le autorità hanno deciso di non trasferirla in ospedale fino a quando non indosserà il velo. Arrestata 13 volte, condannata cinque per un totale di 31 anni di carcere e 154 frustate. Nella motivazione del premio, il Comitato Nobel aveva sottolineato "il tremendo costo personale" che sta pagando l'attivista di 51 anni per sua "coraggiosa lotta" per i diritti delle donne e contro la pena di morte.

Iranian female human rights activist, Narges Mohammadi, looks on while attending a session in the former office of the Defenders of Human Rights Association in central Tehran, Iran on November 19, 2007. The group of 16 experts expressed grave concerns that Ms. Mohammadi appears to have contracted COVID-19 in Zanjan Prison. Ms. Mohammadi has been in detention since 2015 on charges that stem from her human rights work. She received a combined 16-year prison sentence in May 2016, of which she will need to serve 10 years under Iranian law, According to the office of the High Commissioners of the United Nations Human Rights. (Photo by Morteza Nikoubazl/NurPhoto via Getty Images)

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