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Attentati Bruxelles nel 2016, condanne a 20 e 30 anni per Salah Abdeslam e Mohamed Abrini

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©Ansa

I due uomini sono stati giudicati colpevoli per gli attacchi terroristici del 22 marzo di sette anni fa nei quali persero la vita 35 persone e almeno altre 300 rimasero ferite. Per entrambi l'accusa aveva chiesto la condanna all'ergastolo. Insieme a loro condannate altre sei persone: tre all’ergastolo (di cui uno in contumacia perché deceduto), due a 20 anni e uno a 10 anni

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La Corte d'assise speciale di Bruxelles ha condannato rispettivamente a 20 e 30 anni di reclusione Salah Abdeslam e Mohamed Abrini, giudicati colpevoli per gli attacchi terroristici del 22 marzo 2016 nella capitale belga nei quali persero la vita trentacinque persone e almeno altre trecento rimasero ferite. Abdeslam è l’unico superstite del commando jihadista responsabile delle stragi di Parigi del 13 novembre 2015 e anche Abrini era già stato incriminato per aver partecipato agli stessi attacchi. Per entrambi l'accusa aveva chiesto la condanna all'ergastolo.

Le altre condanne

Dopo due giorni e mezzo di deliberazione, i dodici giurati e i tre magistrati che compongono la Corte d'Assise speciale hanno stabilito le pene per ciascuno degli otto imputati giudicati colpevoli - sei di omicidio in contesto terroristico e due di partecipazione a organizzazione terroristica - lo scorso luglio. Oltre ad Abdeslam e Abrini, sono stati decisi: ergastolo per Oussama Atar in contumacia (perché morto), Osama Krayem e Bilal El Makhoukhi; 20 anni per Sofien Ayari e Ali El Haddad Asufi; 10 anni per Hervé Bayingana-Muhirwa.

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La richiesta della Procura federale belga

Lo scorso 5 settembre la Procura federale belga aveva chiesto l'ergastolo per Salah Abdeslam e Mohamed. Il procuratore federale Paule Somers aveva chiesto inoltre che ad Abdeslam venisse tolto il diritto di voto alle elezioni locali ed europee in Belgio. "Non potete concedere alcuna circostanza attenuante", aveva dichiarato il procuratore federale alla giuria e alla Corte, descrivendo un uomo che si è radicalizzato a tal punto da riprendere il suo impegno per il terrorismo dopo gli attentati di Parigi e decidere di "continuare la sua guerra" e uccidere vittime innocenti e sconosciute.

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