Kenya, aumenta il commercio illegale di carne d'asino a causa del carovita

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Secondo la Direzione delle investigazioni criminali (Dci) la merce era diretta in diverse aree urbane del Paese, dove viene presentata come filetto di manzo a prezzo concorrenziale

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Durante un raid degli agenti della contea di Kiambu sono stati recuperati sette asini appena macellati, pronti per la vendita. Si sono intensificate, infatti, in Kenya le operazioni della polizia per fermare la macellazione clandestina di asini, la cui carne viene venduta al dettaglio e finisce senza controlli come “street food” a Nairobi e nel resto del Paese. Il commercio di carne d'asino è uno degli effetti del carovita e dell'emergenza alimentare nel Paese. Durante il raid sono state colte in flagrante alcune persone che cercavano di piazzare la carne.

La carne spacciata per filetto di manzo

Secondo la Direzione delle investigazioni criminali (Dci) era diretta in diverse aree urbane del Paese, dove viene presentata come filetto di manzo a prezzo concorrenziale. Altri rivenditori illegali avrebbero fatto incetta di intestini, reni e altre interiora, venduti a venditori ambulanti di cibo in tutto il Paese.  

La protesta per la riapertura dei mattatoi

Lo scorso giugno, migliaia di keniani delle aree rurali erano scesi in piazza per protestare contro la proposta del governo di riaprire i mattatoi di asini, che erano stati chiusi nel 2020. Secondo il ministro dell'Agricoltura, Mithika Linturi, oltre a mitigare la fame, il commercio di carne d'asino avrebbe creato lavoro per i giovani. Si stima che in Kenya gli asini, importante aiuto per i contadini e i trasporti nelle zone povere, siano quasi due milioni. Prima della chiusura dei mattatoi ne venivano macellati circa 1.200 al giorno.  

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