L’uomo era stato mandato in Italia per motivi di formazione e qui, come sostiene Pechino, sarebbe entrato in contatto con un agente della Cia dell'ambasciata statunitense a Roma. La presunta spia aveva il compito di somministrare "informazioni sensibili dell'esercito" cinese in cambio di "una ingente somma"
Un uomo cinese, al servizio della Cia americana e assoldato in Italia. E’ lui la presunta spia, secondo il ministero per la Sicurezza dello Stato di Pechino, "svolgeva attività di spionaggio" nel suo stesso Paese. Lo ha reso noto oggi la Cina in un post, affermando di aver già sottoposto a "misure esecutive" il connazionale, a cui è stato dato il nome di Zeng.
Uomo mandato in Italia e assoldato da Cia
Pechino sostiene che il proprio cittadino trasmettesse alla Cia, la Central Intelligence Agency degli Stati Uniti, informazioni segrete in cambio di soldi. "Dopo un'accurata indagine - si legge nella nota del Ministero - le autorità di sicurezza statale hanno ottenuto prove delle attività di spionaggio di Zeng e in accordo con la legge hanno preso le misure coercitive per eliminare il danno nella forma opportuna". L’uomo, accusato di spionaggio, era stato mandato in Italia per motivi di studio e formazione. Qui, sostiene Pechino, sarebbe entrato in contatto con un agente della Cia dell'ambasciata statunitense a Roma. Zeng, secondo le autorità cinesi, avrebbe quindi stipulato anche un contratto con gli americani e ricevuto una formazione prima di tornare nel Paese. Il compito di Zeng sarebbe stato quello di somministrare "informazioni sensibili dell'esercito" cinese in cambio di "una ingente somma" quale compenso e dell'aiuto affinché lui e la sua famiglia si trasferissero negli Stati Uniti.
Aumentata la supervisione in Cina
La Cina ha intensificato la supervisione su quelle che ritiene essere attività di spionaggio. All'inizio di agosto, il ministero della Sicurezza dello Stato ha detto che la nazione dovrebbe incoraggiare i cittadini a unirsi al controspionaggio, includendo la creazione di canali per segnalare attività sospette e premi ad hoc. E' di luglio, invece, l'introduzione della legge anti-spionaggio che vieta di trasferire le informazioni su sicurezza e interessi nazionali definiti peraltro in modo generico. La normativa ha creato allarme nella comunità straniera: l'ambasciatore Ue a Pechino Jorge Toledo, ad esempio, ha detto lo scorso maggio che l'apertura dell'economia cinese era incompatibile con la legge sul controspionaggio.