Traffico di esseri umani sui social, Zuckerberg convocato come testimone in Florida

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Silvia Donnini

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Secondo un rapporto del Consiglio Generale della Florida, le piattaforme più utilizzate per la tratta di esseri umani sono firmate Meta. Sulla questione, il fondatore di Facebook dovrà testimoniare in aula il prossimo 2 ottobre

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Mark Zuckerberg è chiamato a testimoniare sul traffico di esseri umani tramite social. L'invito è arrivato in una lettera firmata da Ashley Moody, procuratrice generale della Florida. Nella missiva si legge che il Ceo di Meta dovrà presentarsi davanti allo Statewide Council on Human Trafficking il prossimo 2 ottobre. Al centro della questione c’è l’uso delle piattaforme del colosso tech per attività illecite. 

Il rapporto

Stando ai risultati di un'indagine condotta dal Consiglio stesso in collaborazione con gli agenti di polizia della Florida e pubblicato il 10 luglio, su 271 casi legati all’impiego dei social media nel traffico di persone nello Stato del Sole tra il 2019 e il 2022, 146 vedono protagonisti Meta. Praticamente più della metà.

In sostanza, le piattaforme di Zuckerberg - Facebook, Instagram, Messenger e WhatsApp - sono tra le più utilizzate per facilitare questo tipo di attività criminale, che prevede operazioni di reclutamento e controllo delle vittime. Facebook in pole position, con 72 casi. Segue Instagram che conta 65 segnalazioni. Al terzo posto, con uno scarto notevole, c’è Snapchat: l’app gialla di messaggistica istantanea fondata da Evan Spiegel ha fatto da sfondo a “sole” 19 attività illegali, “sette volte in meno di Facebook”. “Prima di lanciare nuovi prodotti o perdere tempo a prepararsi per uno scontro che probabilmente non accadrà mai, Zuckerberg dovrebbe lavorare per rendere le piattaforme esistenti di Meta più sicure per gli utenti e impedire alle persone vulnerabili di essere costrette a prostituirsi illegalmente”, ha dichiarato la procuratrice generale sul sito ufficiale. “I risultati del nostro studio in tutto lo Stato (la Florida, ndr) e di altri rapporti chiariscono che le piattaforme Meta sono le applicazioni preferite dai trafficanti di esseri umani che cercano di depredare le persone vulnerabili”. 

La pedopornografia sui social

Oltre alle attività di traffico di esseri umani, si è registrato anche un aumento della circolazione di materiali sospetti relativi allo sfruttamento sessuale di minori. Come rivela uno studio elaborato dal CyberTipline, il sistema di segnalazione dello sfruttamento online dei bambini del National Center for Missing & Exploited Children (NCMEC), oltre l'85% dei casi segnalati legati a questa pratica illegale nel 2022 provenivano dalle piattaforme Meta. Il principale terreno di scambio lo scorso anno per contenuti pedopornografici, operazioni legate all’adescamento online e il traffico sessuale di minori era Facebook, con più di 21 milioni di casi. Al secondo posto, troviamo Instagram con oltre 5 milioni.

A rincarare la dose è stato anche un rapporto dello Stanford Internet Observatory (SIO) che ha rilevato una rete di account, presumibilmente gestiti da minori, che pubblicizzavano materiale pedopornografico autogenerato (Self-Generated Child Sexual Abuse Material). Secondo lo studio, “la piattaforma più importante per queste reti” è Instagram, i cui algoritmi vengono sfruttati per promuovere contenuti illeciti. È considerato il social più popolare proprio grazie alla sua “interfaccia user-friendly”, come afferma il SIO, citato dal Guardian. Questi algoritmi “analizzano i comportamenti degli utenti per suggerire contenuti e account correlati da seguire”.

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I provvedimenti di Meta

La società di Zuckerberg ha dichiarato di avere già preso provvedimenti a giugno 2023, istituendo una task force apposita per indagare sulla distribuzione e la vendita di materiale pedopornografico autogenerato su Instagram. “Lo sfruttamento dei bambini è un crimine orribile: non lo permettiamo e lavoriamo in modo aggressivo per combatterlo dentro e fuori le nostre piattaforme”, ha dichiarato un portavoce del colosso tech, il quale sarebbe “continuamente" impegnato nel "cercare dei modi per difenderci attivamente da questo comportamento". In sua difesa, Meta ha affermato di aver rimosso “migliaia” di termini di ricerca e hashtag relativi a questo tipo di contenuti su Instagram dopo che i ricercatori del SIO avevano rilevato tag come #pedobait e #mnsfw (“Minor not safe for work”). Non solo, la big tech ha dichiarato di aver smantellato 27 reti abusive tra il 2020 e il 2022 e di aver disabilitato più di 490mila account che hanno violato le policy relative alla sicurezza dei minori. Secondo lo Stanford Internet Observatory, però, servono sforzi più estesi per affrontare il problema.

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Mark Zuckerberg chiamato a testimoniare

Di fronte aIlo Statewide Council on Human Trafficking, il prossimo ottobre, il fondatore del colosso di Menlo Park dovrà chiarire i piani di Meta per “impedire che le sue piattaforme vengano utilizzate per assistere, facilitare o supportare il traffico di esseri umani”, ha sottolineato Moody. L’ex studente di Harvard sarà quindi chiamato a rendere conto dei propri sforzi per contrastare la diffusione di questo fenomeno. “Zuckerberg deve rivolgere immediatamente la propria attenzione a questa minaccia per la sicurezza pubblica”, ha concluso la procuratrice generale. 

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