"È mia opinione che moriremo tutti se la Russia crollerà e saremo sepolti nelle rovine" ha detto il presidente bielorusso durante una cerimonia di promozione di militari al grado di ufficiale generale, come riporta la Tass
“Non ci sono eroi'' nella rivolta armata guidata dal gruppo Wagner contro Mosca e risolta anche grazie al ruolo di mediazione svolto dal presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko. Lo ha detto lui stesso durante una riunione con i vertici delle sue forze armate, affermando che ''ritengo che se la Russia crolla, tutti rimaniamo sotto le macerie. Moriremo tutti''. Secondo Lukashenko, quindi, ''in nessun caso dovreste fare di me un eroe, né di me, né di Putin o di Prigozhin''. E questo ''perché tutti abbiamo perso di vista la situazione e poi abbiamo pensato come poteva essere risolta'' e perché ''due persone che hanno combattuto al fronte si sono scontrate''.
"Doloroso assistere all'ammutinamento di Wagner"
Il presidente bielorusso ha dichiarato che le persistenti tensioni tra il gruppo paramilitare Wagner e l'esercito russo sono state gestite male, portando lo scorso fine settimana allo "scontro" tra le due parti. "La situazione ci è sfuggita di mano, poi abbiamo pensato che si sarebbe risolta, ma non è stato così", ha dichiarato Lukashenko ai giornalisti, citato dall'agenzia di stampa statale Belta.
Le rivoluzioni colorate
Inoltre ha sottolineato quanto sia stato "doloroso assistere" all'ammutinamento di Wagner durante il fine settimana. "Anche molti bielorussi li hanno presi a cuore, perché la patria è una", ha affermato. "Le rivoluzioni 'colorate' (le proteste che puntano a rovesciare i governi) non scoppiano mai se un Paese non ne ha le ragioni", ha concluso Lukashenko.