Honduras, scontro tra gang rivali: 46 donne morte in penitenziario di Tamara

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Il caos sarebbe scoppiato quando alcune detenute hanno chiuso donne di una gang rivale nelle celle dando fuoco ai locali, secondo quanto riferiscono fonti di El Heraldo

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Sono almeno 46 le donne, detenute in un carcere femminile in Honduras, morte durante uno scontro tra gang rivali Lo riferisce il quotidiano La Prensa. Altre donne sono state portate d'urgenza all'ospedale Escuela de Tegucigalpa. La struttura ha confermato il ricovero di cinque donne. Nel carcere situato a 25 chilometri a nord della capitale honduregna Tegucigalpa il caos sarebbe scoppiato quando alcune detenute hanno chiuso donne di una gang rivale nelle celle dando fuoco ai locali, secondo quanto riferiscono fonti di El Heraldo. (I 12 MORTI IN ECUADOR - L'OMICIDIO A VELLETRI)

Le testimonianze

Gli abitanti della zona hanno raccontato di aver sentito urla di disperazione e spari provenire dal complesso carcerario. Le immagini che circolano sui social e su alcuni gruppi mostrano cadaveri ammucchiati, altri carbonizzati e alcuni con ferite da arma da fuoco sparsi in diverse zone del Cefas (Centro femenino de adaptacion social) di Támara. La presidente delle famiglie dei detenuti, Delma Ordoñez, ha dichiarato ai media locali che i membri di una banda di donne detenute hanno dato fuoco alla cella di una banda rivale, riporta l'Afp. L'edificio dove sono morte le detenute "è completamente distrutto, è stato ridotto in cenere", ha detto, aggiungendo che nel carcere c'erano circa 900 donne. A quanto risulta, numerosi membri della polizia e dell'esercito sono stati dispiegati intorno alla prigione. Le due gang rivali sono la Mara Salvatrucha e la banda Barrio 18.

Rome, Italy: Penal section of Rebibbia detention center.©Andrea Sabbadini

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L'annuncio delle autorità

Via Twitter, l'ufficio del Pubblico ministero ha confermato il nuovo bilancio, passato da 41 a 46, precisando che in mattinata sono cominciate le autopsie delle persone facilmente identificabili, mentre per quelle decedute tra le fiamme sarà necessaria una procedura più lunga e più complessa. Non esiste ancora una versione ufficiale definitiva dell'accaduto, perché continuano le indagini della polizia criminale, che ha rinvenuto nella prigione un grande arsenale di armi, e dei pm. I media locali segnalano che all'esterno del centro di reclusione, per tutta la giornata si sono moltiplicati i momenti di tensione e di dolore, da parte dei famigliari in attesa della restituzione dei cadaveri dei loro congiunti.

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