Giornata mondiale rifugiati, secondo l'Unhcr sono stati 35 milioni nel 2022

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©IPA/Fotogramma

In occasione della giornata che commemora la Convenzione di Ginevra del 1951 sui diritti dei rifugiati, l’agenzia Onu ha pubblicato il Rapporto Global Trends: l'anno scorso record di persone costrette a fuggire, oltre 110 milioni. In Europa, l'Unicef aggiunge che le persone che hanno attraversato il Mediterraneo dal 2014 ad oggi sono più di 2,5 milioni. L’invasione russa dell’Ucraina ha aggravato la situazione

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Come ogni anno, il 20 giugno si celebra la Giornata mondiale del Rifugiato, istituita dall'Assemblea delle Nazioni Unite per commemorare la Convenzione di Ginevra del 1951 che riconosce lo status di rifugiato con i relativi diritti e i doveri degli Stati firmatari. La Giornata, arrivata alla 22esima edizione, cade nell'anno che segna un’impennata senza precedenti del numero di richiedenti asilo in fuga da guerre, violenze e povertà (LO SPECIALE MIGRANTI).

Unhcr: nel 2022 record persone costrette a fuggire

La guerra in corso in Ucraina, insieme ai conflitti in altre parti del mondo e agli sconvolgimenti provocati dal clima, hanno costretto un numero record di persone a fuggire dalle proprie case nel 2022. Secondo l'Unhcr, l'agenzia dell'ONU per i rifugiati, alla fine dello scorso anno il numero di persone costrette alla fuga è salito al livello record di 108,4 milioni, con un aumento senza precedenti di 19,1 milioni rispetto all'anno prima. Del totale globale, 35,3 milioni sono rifugiati, persone che hanno attraversato un confine internazionale in cerca di sicurezza, mentre il gruppo più numeroso (il 58%, vale a dire 62,5 milioni di persone) è quello degli sfollati all'interno dei loro Paesi a causa del conflitto e della violenza. Considerando l'Italia, le persone che sono state costrette ad abbandonare il proprio Paese a causa di guerre e persecuzioni sono 354.414: di queste il 41% proviene dall'Ucraina. 

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Gli arrivi nel Vecchio Continente

Per quanto riguarda l’Europa, allargando il discorso a rifugiati e migranti, l'Unicef calcola che in 8 anni circa 2 milioni e mezzo di persone hanno attraversato il Mediterraneo, 159mila solo nel 2022. A causa dello scoppio della guerra in Ucraina tra rifugiati, sfollati e migranti l’aumento dei flussi nel Vecchio Continente ha fatto segnare una crescita dell’86% rispetto all’anno precedente. Tra i Paesi più interessati dal fenomeno ci sono l’area balcanica con Grecia, Serbia, Bosnia-Erzegovina e Bulgaria e l’Italia.

L'Ucraina e l'incognita del Sudan

Tra i Paesi di provenienza dei migranti che si mettono in viaggio verso l’Europa spiccano Afghanistan, Bangladesh, Pakistan, Siria e Nord Africa. A questi si aggiunge l’Ucraina: l’invasione russa ha generato la più rapida crescita degli arrivi di rifugiati in Europa dalla Seconda Guerra Mondiale. Secondo le stime dell'agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr), dallo scoppio del conflitto sono più di 8 milioni i profughi ucraini che si trovano in Europa. Nel 2023, sempre secondo dati Unhcr, con lo scoppio del conflitto in Sudan il numero totale delle persone in fuga a livello globale ha toccato i 110 milioni.

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L'Italia e le stragi nel Mediterraneo

L’Italia si conferma il principale Paese d’arrivo di rifugiati e migranti in Europa: il rapporto dell’Unicef rivela che nel 2022 si sono registrati 105.100 nuovi arrivi, un record da 5 anni. Nei primi quattro mesi del 2023 gli ingressi nel nostro Paese sono stati circa 42mila, di cui 7mila minorenni. Nonostante il Memorandum d’intesa siglato con la Libia per il contrasto all’immigrazione illegale, il numero degli arrivi sulle coste italiane è aumentato gradualmente e rappresenta oggi il 77% delle rotte totali nel Mediterraneo. In otto anni più di 27mila persone hanno perso la vita durante le traversate in mare come testimonia la strage di Cutro e quella più recente in Grecia.

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