Airbnb fa causa a New York per le restrizioni sugli affitti brevi

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Si tratta di una legge approvata nel 2021 che chiede agli host di registrarsi presso la città, e in gran parte blocca gli affitti a breve termine, ovvero per meno di 30 giorni consecutivi, se i proprietari dell'appartamento non sono presenti in casa

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Airbnb ha annunciato una causa contro la città di New York per  chiedere l'annullamento delle restrizioni sugli affitti a breve termine che entreranno in vigore in luglio. Si tratta di una legge approvata nel 2021 che chiede agli host di registrarsi presso la città, e in gran parte blocca gli affitti a breve termine, ovvero per meno di 30 giorni consecutivi, se i proprietari dell'appartamento non sono presenti in casa. Nella causa intentata da Airbnb si definiscono le nuove norme "estreme e oppressive".

"Proteggere la vivibilità per i residenti"

"Questa amministrazione è impegnata a proteggere la sicurezza e la vivibilità della comunità per i residenti, preservare il patrimonio abitativo e garantire che il nostro settore dell'ospitalità possa continuare a riprendersi e prosperare", ha detto da parte sua il portavoce del sindaco di New York, Jonah Allon.

Il business degli affitti brevi a New York

Nel 2022 Airbnb ha avuto entrate nette da affitti a breve termine nella sola New York per 85 milioni di dollari, e al 1 gennaio c'erano almeno 38.500 inserzioni attive. La piattaforma sotiene di aiutare i residenti ad avere un reddito supplementare, tuttavia con una grave carenza di unità abitative, sostengono attivisti e politici locali, gli affitti brevi sottraggono case a prezzi accessibili dal mercato ed equivalgono a "hotel illegali".

Il panorama dalla Torre della Zecca restaurata, Firenze, 20 gennaio 2016.
ANSA/MAURIZIO DEGL INNOCENTI

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