Olga Misik, la dissidente russa che ha sfidato Putin: vivo con la paura, non so se passerà

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Cristiana Mancini

Cristiana Mancini

Olga Misik, attivista e dissidente russa, divenuta simbolo della resistenza russa quando nel bel mezzo delle proteste che infuocarono l’estate moscovita nel 2019, incrociò le gambe a terra e si mise a leggere la Costituzione, protagonista al Salone del Libro per la presentazione del “Premio Inge Feltrinelli, Raccontare il mondo e difendere i diritti”, racconta la repressione nella Russia di Putin.

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Quali sono le ragioni che la hanno portata a sfidare il regime di Vladimir Putin?

A 18 anni ero abbastanza ingenua e desideravo cambiare il mondo e pensavo che se mi fossi impegnata tanto avrei potuto cambiare le cose in Russia ma non sono riuscita a cambiare proprio nulla.

Oggi come si vive in Russia?

Come si vive oggi non saprei dirlo con esattezza ma immagino sia tutto peggiorato. Ancora prima della guerra vedevo che la situazione in generale stava peggiorando. Adesso in Russia deve essere davvero dura vivere.

In che modo è peggiorata la situazione?

Ora in Russia si finisce in prigione letteralmente per qualunque cosa, per un commento sui social, per un meme,  per un like su FB e se prima della guerra le leggi repressive venivano applicate senza calcare la mano, ora la macchina della repressione ha invertito completamente il senso di marcia, ora chiunque può essere colpito.

Come valuta l’invasione russa dell’Ucraina?

Ovviamente sono assolutamente contraria a quello che sta succedendo perché è una catastrofe e una barbarie. Queste cose non dovrebbero succedere nel mondo civilizzato.

Quale è stato il preciso momento in cui ha deciso che doveva fare qualcosa?

Dei miei amici mi hanno invitato a una riunione. Pensavo sarebbe stato bello e interessante partecipare, sono uscita da quella riunione trasformata. Ho visto un vero e proprio scempio, la polizia era fuori controllo, ho saputo tutte queste cose direttamente dai detenuti, ho visto tutto con i miei occhi e ho capito che non potevo restare in Russia.

In questo momento esiste una opposizione al regime di Vladimir Putin?

Sì, esiste ma tutta l’opposizione è finita in clandestinità.

Se esistesse la possibilità di rovesciare il potere di Putin, avverrebbe dalla base con una ricolta popolare oppure ritiene che sarebbe necessaria una frattura dall’altro ad esempio tra i suoi più fedeli collaboratori?

Il regime di Putin esiste da più di 20 anni e in tutto questo tempo è diventato talmente forte che è impossibile che avvenga dal basso. E se dovesse succedere sarà solo dall’alto.

Una ragazza giovane, che ha vissuto l’esperienza del carcere e ha avuto il coraggio di sfidare Putin, di cosa ha paura?

Sapevo che me lo avrebbe chiesto, ho pensato molto a come rispondere. Tutti vogliono sapere, per questo ho deciso di dire la verità. Dalla notte dopo la perquisizione e l’arresto ho avuto paura sempre. Questa paura mi è rimasta anche dopo. Anche quando ormai non ero più in pericolo. Continuo a spaventarmi per ogni rumore che sento di notte. Ancora adesso la vista della polizia mi spaventa. Non so se passerà mai più. Credevo di non avere paura di nulla prima di questa storia.

Quando era agli arresti domiciliari lo scorso anno aveva detto in una intervista che non avrebbe lasciato il paese per nessuna ragione. Poi ha cambiato idea, quale è la ragione di questo cambiamento?

Tutto questo è iniziato in giugno e allora sono successe alcune cose: il mio migliore amico è stato condannato a 9 anni ed è morta mia madre. Un giorno il mio avvocato mi ha detto che mi conviene lasciare la Russia perché tanto non avevo più nulla che mi legasse al paese. Avevo più motivazioni per non finire in carcere che motivazioni per restare.

Pensa che quello che sta facendo sarà utile e porterà un reale cambiamento nel suo paese?

Penso che le mie azioni siano una goccia nel mare ma il mare è fatto di tante gocce. Non credo che tornerò in Russia. Anche se lo avevo desiderato follemente. Ho smesso di sperarci ma se un giorno potessi tornare vorrei vedere la Russia non solo libera ma anche felice.

Rifarebbe tutto quello che ha fatto, oppure se potesse cambierebbe qualcosa?

Tutto quello che mi viene in mente sono delle parolacce. Una volta ho sognato di incontrare Putin e in lacrime gli ho chiesto perché stesse facendo tutto questo, possibile che ne valga la pena che valga le vite dei bambini. Mi ha risposto che è tutto per il territorio.

Se avesse a disposizione un desiderio cosa chiederebbe?

Io dico sempre che non mi pento di nulla e che rifarei tutto quello che ho fatto. Di recente però ho capito che avrei dovuto essere più prudente, avrei potuto evitare l’arresto.

Posso i giovani russi rovesciare la situazione attuale e portare un reale cambiamento nella società russa?

Preferisco essere pessimista e continuerò ad esserlo perché fino ad oggi ho avuto ragione. Ho smesso di sperare in un cambiamento.

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