Il timore “è che le due parti in conflitto per il controllo del potere in Sudan non abbiano intenzione di sedersi a un tavolo", ha detto il ministro degli Esteri al Qn. Mentre l’auspicio, in questo momento, è "che non vengano distrutte le grandi infrastrutture che sono utili al popolo del Sudan"
"È una situazione molto complicata quella degli italiani che vivono a Khartoum. Noi stiamo lavorando a tutte le iniziative che possano portare a un cessate il fuoco e a una tregua duratura tra le parti in conflitto". Queste, mentre in Sudan proseguono i combattimenti fra esercito e paramilitari e la situazione nella capitale è ancora pericolosa, le parole del ministro degli esteri, Antonio Tajani, in un'intervista concessa al Qn.
Le due parti in conflitto
La paura, ha proseguito Tajani, “è che le due parti in conflitto per il controllo del potere in Sudan non abbiano intenzione di sedersi a un tavolo", mentre l’auspicio, in questo momento, è "che non vengano distrutte le grandi infrastrutture che sono utili al popolo del Sudan. E di conseguenza che le due fazioni della giunta militare che si stanno combattendo non facciano danni al popolo sudanese".
La ricostruzione dell’Ucraina
Nella stessa intervista, poi, il ministro degli esteri ha fatto un cenno alla situazione dell’Ucraina, un Paese, ha detto “che farà parte dell'Unione europea, del mercato interno e che l'Italia sta già aiutando in tanti modi. Vogliamo essere protagonisti, assieme a tanti interlocutori ucraini, anche della fase della ricostruzione per disegnare un futuro nuovo".