La crisi bancaria negli Stati Uniti che tocca anche l’Europa, le mosse della Bce e la riforma del patto di stabilità alla vigilia del Consiglio Europeo. Si discute dei principali temi economici della settimana dal nostro studio di Bruxelles con Nicola Procaccini di Fratelli d’Italia e Giuseppe Ferrandino di Italia Viva. Conduce Renato Coen
Le difficoltà finanziarie iniziate negli Stati Uniti con il fallimento della Silicon Valley Bank hanno coinvolto anche l’Europa dove l’intervento delle autorità svizzere ha evitato la bancarotta di Credit Suisse, uno delle più importanti banche elvetiche. Una situazione preoccupante che però non ha dissuaso Christine Lagarde, la presidente della Banca Centrale Europea, dalla decisione di alzare i tassi di interesse per combattere l’inflazione.
La decisione della BCE di alzare i tassi di interesse
Christine Lagarde ha riconosciuto come le turbolenze nel settore bancario potrebbero costringere la Bce a interrompere l'aumento dei tassi d'interesse. Per ora però, la Banca Centrale ha deciso di perseguire con i suoi obiettivi per ridurre l’inflazione e la scorsa settimana ha aumentato di 50 punti base i tassi di interesse.
Nelle ultime ore anche la Federal Reserve e la Bank of England hanno preso decisioni analoghe e molti esperti pensano che sia inevitabile perseguire questa strada per frenare l’aumento dei prezzi.
“Lagarde non aveva altra scelta - dice Giuseppe Ferrandino di Italia Viva - bisogna tenere bassa l’inflazione per invertirne la rotta e raggiungere il target del 2 per cento. Tuttavia la presidente della Bce ha fatto bene a dire che monitorerà la situazione bancaria prima delle prossime decisioni”.
Nicola Procaccini di Fratelli d’Italia è d’accordo con l’obiettivo di perseguire un’inflazione al 2 per cento, ma critica le modalità con cui la Bce sta perseguendo questo target. “Il problema è nelle sterzate improvvise! E sul fronte monetario ne abbiamo viste molte nell’ultimo periodo. Prima l'abbassamento dei tassi di interesse quasi a zero, proseguito fino alla pandemia, poi l’aumento improvviso degli ultimi mesi. Il problema delle sterzate così brusche è che creano esternalità negative”, dice.
La mancata ratifica del Mes da parte dell’Italia
Il dibattito si accende sulla questione del Mes, il Meccanismo Europeo di Stabilità. La riforma del trattato del Mes è stata approvata da tutti gli Stati Membri europei, tranne l’Italia. Finché il nostro Parlamento non autorizzerà la riforma nessuno Stato potrà accedere alle linee di credito del Mes.
“I tentennamenti del governo Meloni si spiegano solo con una logica elettorale e di consenso. Queste piccole manovre sminuiscono il peso dell’Italia in Europa” dice l'eurodeputato di Italia Viva, che specifica come l’approvazione della riforma non implichi il suo utilizzo.
Procaccini apre a una possibile approvazione del trattato, anche se il suo partito, Forza Italia, non ha ancora preso una linea definitiva sul tema. “Sulla ratifica del Mes non faremo ‘i soldati giapponesi’, nonostante sia un patto tecnico a cui il governo Meloni non accederà mai. Dobbiamo considerare che un conto è ratificarlo, un conto è utilizzarlo” sostiene.
I dubbi sull'utilizzo del Mes derivano dalle condizionalità che i Paesi che accedono alle linee di credito di questo trattato devono accettare. Questi requisiti, che nell’ultima riforma sono stati resi meno stringeti, sono considerati ancora troppo severi dai partiti che formano la maggioranza. Le opposizioni ritengono invece che l’Italia non corra rischi nel caso in cui accedesse alla linea di credito per le spese sanitarie. Quest’ultime, sostengono le opposizioni, non comporterebbe costrizioni macroeconomiche per il nostro Paese.
La riforma del Patto di stabilità
Tra i due eurodeputati c’è più convergenza per ciò che riguarda la riforma del Patto di stabilità e crescita, un tema di cui discutono i capi di Stato in questi giorni in Consiglio Europeo.
Il Patto di stabilità è uno dei pilastri sui cui si fonda il mercato unico europeo e prevede una serie di regole comuni di politica di bilancio. È stato sospeso all’inizio della pandemia e ora si discute di come riformarlo.
“L’Italia è molto sensibile alla riforma perché sappiamo cosa significa avere regole così rigide per i nostri bilanci. La battaglia da fare in Europa deve far sì che le spese più importanti per l’Italia, come quelle legate a transizione ecologica e rischio idrogeologico, siano ‘esentate’ dai vincoli del Patto” dice Giuseppe Ferrandino di Italia Viva.
Sulla stessa linea l’eurodeputato di Fratelli d’Italia secondo cui è possibile “abbattere il debito pubblico solo con un’economia che funziona”, e per questo sostiene: “Se il nuovo Patto di stabilità sarà troppo deprimente sul lato della ‘crescita’ non raggiungerà l’obiettivo di tenere sotto controllo il debito pubblico degli Stati”.