Troppi videogiochi: padre punisce 11enne giapponese costringendolo a giocare per 17 ore

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Singolare metodo adottato dal genitore per far disintossicare il ragazzo e fargli passare a voglia di trascorrere così tanto tempo allo smartphone

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Una punizione che ha sollevato dubbi e qualche polemica. Quello della dipendenza da videogiochi in Giappone è un problema molto sentito e più di una volta sono state adottate soluzioni drastiche. Tra queste la decisione di un padre di un ragazzo di 11 anni che è stato beccato mentre nel cuore della notte giocava di nascosto ai videogame. Arrabbiatissimo ed esasperato, per punirlo il genitore ha deciso di costringerlo a giocare ininterrottamente per 17 ore, in sostanza fino allo sfinimento. Un metodo adottato per farlo disintossicare e per fargli passare a voglia di trascorrere così tanto tempo allo smartphone. 

L'esperimento

Dopo alcune ore di gioco il ragazzo ha iniziato a sentire la stanchezza e a chiedere al padre di poter riposare, richiesta che l’uomo ha respinto forzandolo a proseguire la sessione a oltranza nonostante i segnali di cedimento e l’evidente bisogno di sonno. A quanto pare il messaggio è stato recepito dal giovane che ha messo nero su bianco in una lettera i suoi futuri buoni propositi: andare a letto prima delle 23 e non giocare allo smartphone prima di andare a letto. L’esperimento, nelle sue varie fasi, è stato ripreso attraverso alcuni video, compreso quello con la spiegazione del padre e l’invito a non seguire il suo esempio perché si era trattato di una situazione eccezionale.  

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