Il naufragio di migranti avvenuto sulle coste crotonesi è al centro del dibattito tra Pietro Bartolo del Partito Democratico e Vincenzo Sofo di Fratelli d'Italia. Tra i temi principali della puntata di Generazione Europa il giudizio sull’operato del ministro dell’Interno Piantedosi, gli accordi tra Italia e Libia e le soluzioni al tema dell’accoglienza
L’unica istituzione in grado di risolvere il problema migratorio è l’Unione Europea, è questo il punto su cui i due eurodeputati ospiti di Generazione Europa Pietro Bartolo del Partito Democratico e Vincenzo Sofo di Fratelli d'Italia concordano, ma sulle azioni da intraprendere a livello comunitario emergono numerosi disaccordi. “Perché l’Europa non apre le porte a tutti i migranti che ne hanno diritto come ha fatto con gli ucraini?” si chiede Bartolo. “Perché non ha le risorse per farlo”, sostiene Sofo.
Il naufragio a Crotone
La strage di Crotone dove la scorsa domenica hanno perso la vita oltre sessanta migranti è motivo di cordoglio per i deputati: “Chissà quanti altri corpi ci restituirà il mare…”, dice Bartolo ricordando quando nel naufragio di migranti del 2013 di Lampedusa ci vollero giorni per recuperare le 368 vittime.
Sulla vicenda di Crotone pesano le parole del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi: “Se fossi disperato non partirei perché sono stato educato alla responsabilità, non a chiedere sempre cosa devo aspettarmi dal mio Paese, ma anche a pensare a quello che posso dare io per il Paese”. Parole considerate inopportune dalle opposizioni in riferimento a dei migranti reduci da una tragedia.
La polemica sulle parole del ministro Piantedosi
Se per Bartolo le frasi del ministro sono inaccettabili, per Sofo il ministro dell’Interno avrebbe sbagliato la forma del suo messaggio che però il deputato di Fratelli d’Italia giudica nella sostanza corretto: “C’è un problema di pull factor, cioè di quei fattori che spingono i migranti a partire e tra questi, magari involontariamente, ci sono anche le Ong”, dice. Per l’eurodeputato i migranti spesso decidono di utilizzare barche fatiscenti anche perché convinti che ci siano Ong pronte a salvarli.
La questione del “pull factor”, cioè se i flussi migratori subiscano un incremento legato alla presenza di Ong in mare, c’è molto dibattito. Secondo l’Istituto per gli studi di politica internazionale (ISPI) quella del “pull factor” sarebbe un falso mito non supportato dai dati. Chi sostiene il contrario cita spesso un documento di Frontex, l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, che in passato ha ipotizzato un nesso tra la presenza delle Ong e le partenze dei migranti.
Soluzioni condivise a livello europeo
Per entrambi i deputati la tragedia di Crotone deve essere l’occasione per affrontare la questione migratoria a livello europeo. Per risolvere il problema secondo Sofo è necessaria una politica europea di stabilizzazione e sviluppo delle aree di conflitto, in modo da creare le condizioni affinché le persone non partano per motivi umanitari ed economici. "Gli accordi del nostro Paese con la Libia ad esempio stentano a funzionare perché la Libia è un paese del tutto fuori controllo - dice - proprio perché manca una politica europea di stabilizzazione e sviluppo in queste aree di conflitto”.
Per Bartolo la stabilizzazione dei Paesi da cui provengono i migranti è un tema importante, ma non affrontabile nel breve periodo. “Bisogna concentrarsi su quello che possiamo fare ora. Perché l’Europa apre le porte agli ucraini e non a tutte le persone che come loro ne hanno diritto e bisogno?”, dice, sottolineando anche che l’Europa - un continente sempre più vecchio - ne trarrebbe un beneficio sotto il profilo economico e demografico.
I due deputati fanno anche autocritica sull’approccio dei rispettivi partiti in materia di immigrazione con Bartolo che sottolinea di non aver mai condiviso gli accordi con la Libia firmati dal Governo Gentiloni: “Siamo addirittura stati i primi a dare il via a quei trattati, poi rinnovati più volte dai vari governi successivi”.
Mentre Sofo condanna la superficialità utilizzata talvolta per raggiungere il consenso: “Non sono mai stato d’accordo con la narrazione semplicistica sull’immigrazione come quella secondo cui i migranti non sarebbero poveri per via degli smartphone che portano con sé”. Secondo il deputato quei cellulari sarebbero spesso consegnati dagli stessi trafficanti per convincere i migranti a intraprendere il viaggio. “Con quegli schermi gli mostrano un mondo edulcorato promettendogli che quella sia l’Europa, ma non è così”, dice.