Le ragazze della scuola superiore Khayyam di Pardis, vicino a Teheran, sono state ricoverate dopo aver manifestato problemi respiratori, nausea, vertigini e debolezza. Altri episodi di intossicazione si erano verificati nei mesi scorsi in scuole di altre città. Intanto, sul fronte del rischio nucleare, l'Aiea avverte: l'Iran ha arricchito l'uranio a quasi il 90%
Sono rimaste intossicate dopo aver inalato gas tossico alla scuola superiore Khayyam di Pardis, una città vicina a Teheran. Sono almeno 35 le studentesse iraniane portate in ospedale dopo aver manifestato problemi respiratori, nausea, vertigini e debolezza. Episodi di questo tipo sono diventati sistematici dal momento che intossicazioni di studentesse erano state riportate anche nei mesi scorsi nelle scuole di altre città, tra cui Qom, Ardebil, Boroujerd, Sari oltre che a Teheran. Sarebbero anche stati diffusi video sui social media che mostrano ambulanze arrivare nella scuola superiore di Pardis per soccorrere le studentesse. La scorsa settimana si erano verificati episodi analoghi anche in provincia di Lorestan e Boroujerd. Le scuole dove sono state riportate le intossicazioni sono state chiuse.
Episodi di intossicazione da novembre
I primi episodi di intossicazione da gas tossico a scuola si sono verificati già a novembre scorso. Almeno 400 ragazze sono rimaste intossicate a Qom, città a sud di Teheran, mentre oltre 135 sono state portate in ospedale in tre diverse scuole nella provincia occidentale di Boroujerd. Le ragazze hanno sofferto di problemi respiratori, nausea, vertigini e debolezza. Mohammadtaghi Fazel-Meibodi, docente presso il seminario di Qom, ha detto al quotidiano riformista Shargh che, secondo alcuni rapporti non confermati ufficialmente, un gruppo religioso estremista chiamato Hazarehgera, che ha sedi non solo a Qom ma anche a Isfahan, è probabilmente responsabile degli incidenti perché ritiene che le ragazze non dovrebbero ricevere istruzione. Secondo denunce di attivisti sui social media, le studentesse sono vittime di una vendetta a causa delle proteste antigovernative nelle scuole che si sono susseguite da settembre dopo la morte di Mahsa Amini, la 22enne di origine curda che ha perso la vita dopo essere stata messa in custodia perché non portava il velo in modo corretto.
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Aiea: Iran ha arricchito l'uranio a quasi il 90%
Intanto l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) ha confermato di aver rilevato particelle di uranio arricchito all'83,7% in Iran, appena al di sotto del 90% necessario per produrre una bomba atomica, secondo un rapporto consultato dall'Afp. "Sono ancora in corso discussioni" per determinare l'origine di queste particelle, ha affermato l'Aiea, che ha confermato così le informazioni fornite da fonti diplomatiche. Teheran da parte sua ha riferito di "fluttuazioni involontarie" durante il processo di arricchimento. L'Aiea ha poi aggiunto che Teheran ha aumentato le sue scorte di uranio 18 volte oltre il limite.