L'avvocato Benjamin Crump ha spiegato che la famiglia intende presentare un ricorso per 100 milioni di risarcimento
Cinquantotto anni dopo l'assassinio di Malcom X, avvenuto il 21 febbraio 1965 in una sparatoria su un palco di Manhattan, la famiglia del leader del movimento per i diritti civili fa causa alla polizia di New York, Nypd, all'Fbi e alla Cia accusandole di aver complottato per tenere nascoste prove su quell'assassinio. L'avvocato Benjamin Crump ha spiegato che la famiglia intende presentare un ricorso per 100 milioni di risarcimento, dopo che due anni fa un giudice di New York ha scagionato due dei tre membri della Nation of Islam che erano stati condannati per l'omicidio nel 1965.
Le accuse
Una delle sei figlie, Ilyasah Shabazz, ha accusato varie agenzie governative federali e di New York di aver nascosto in modo fraudolento le prove che "hanno cospirato ed eseguito un piano per assassinare Malcolm X". E ancora: "Per anni, la nostra famiglia ha lottato affinché venisse alla luce la verità sul suo omicidio", ha detto in una conferenza stampa presso il luogo dell'assassinio di suo padre, ora memoriale di Malcolm X.