"Nessun regime totalitario è mai stato così forte come prima del suo crollo" ha detto la giornalista, al momento della sentenza. La condanna è arrivata per aver condiviso sui social la notizia dell'attacco al teatro in cui morirono centinaia di civili
Condannata a sei anni di reclusione per aver denunciato, con un post sui social media, la notizia del raid aereo di Mosca sul teatro ucraino di Mariupol del marzo scorso, nel quale morirono centinaia di civili. È la sentenza comminata alla giornalista Maria Ponomarenko dal tribunale di Barnaul, in Siberia. La corte russa l'ha giudicata colpevole di aver diffuso "fake news" in base alla legge introdotta per soffocare il dissenso sull'invasione dell'Ucraina (AGGIORNAMENTI LIVE). Inoltre, le è stata vietata l'attività di giornalista per cinque anni.
Arrestata ad aprile
Ponomarenko, 44 anni, che scriveva per il sito RusNews, era stata arrestata lo scorso aprile, settimane dopo il bombardamento, per aver pubblicato un post in cui si affermava che l'attacco a Mariupol era stato compiuto da aerei da guerra russi, nonostante il ministero della Difesa russo avesse smentito la notizia. "Nessun regime totalitario è mai stato così forte come prima del suo crollo", ha detto al momento della sentenza.