Papa Francesco è arrivato in Congo: "Giù le mani dall'Africa, non è miniera da sfruttare"
MondoIl Pontefice è atterrato all'aeroporto di Kinshasa. Nel suo primo discorso alle autorità ha detto: “In Congo un genocidio dimenticato”. Sorvolando il deserto del Sahara, Bergoglio ha chiesto di pregare per "le persone che non ce l'hanno fatta". Tra i momenti più importanti l'incontro mercoledì con un gruppo di vittime dell'est del Paese. Dal 3 al 5 sarà in Sud Sudan
Iscriviti alla nostra newsletter per restare aggiornato sulle notizie dal mondo
È cominciato oggi il viaggio di Papa Francesco in Africa: il Pontefice è arrivato in Congo, dove starà fino al 3 febbraio, poi dal 3 al 5 sarà in Sud Sudan. Una visita, ha spiegato il Vaticano, per parlare di pace e curare le ferite di un popolo stretto tra conflitti e povertà, sfruttamento delle risorse e catastrofi climatiche. Nel messaggio inviato al presidente della Repubblica Sergio Mattarella prima del viaggio, Bergoglio ha scritto che è partito per l'Africa portando "un messaggio di pace e di riconciliazione". Ha poi sottolineato che è "mosso dal vivo desiderio di incontrare i fratelli nella fede e gli abitanti di quelle nazioni". "Sarà un viaggio bello. Avrei voluto andare a Goma ma con la guerra non si può andare", ha detto il Papa durante il volo.
Papa: “Giù le mani dall’Africa, non è miniera da sfruttare"
Nel discorso alle autorità a Kinshasa, Bergoglio ha detto: "Giù le mani dalla Repubblica Democratica del Congo, giù le mani dall'Africa! Basta soffocare l'Africa: non è una miniera da sfruttare o un suolo da saccheggiare". È tragico che questi luoghi, e più in generale il Continente africano, soffrano ancora varie forme di sfruttamento. Dopo quello politico, si è scatenato infatti un 'colonialismo economico', altrettanto schiavizzante". Poi ha ricordato il "genocidio dimenticato che sta subendo la Repubblica Democratica del Congo". Lo sfruttamento dell'Africa "è un dramma davanti al quale il mondo economicamente più progredito chiude spesso gli occhi, le orecchie e la bocca. Ma questo Paese e questo Continente meritano di essere rispettati e ascoltati, meritano spazio e attenzione". Il Papa invita tutta la popolazione della Repubblica Democratica del Congo a porre fine a violenze e odio e dice che la violenza che dilaga nel Paese è come "un pugno nello stomaco". Infine invita le autorità ad investire sui giovani e sulla loro istruzione. "I diamanti più preziosi della terra congolese, che sono i figli di questa nazione, devono poter usufruire di valide opportunità educative, che consentano loro di mettere pienamente a frutto i brillanti talenti che hanno".
Il viaggio del Papa in Congo
Il volo con a bordo il Pontefice, il seguito e i giornalisti, era partito alle 8.10 da Roma Fiumicino ed è arrivato all'aeroporto di Kinshasa intorno alle 14.30. Sorvolando il deserto del Sahara, il Papa ha chiesto ai giornalisti di pensare e pregare in silenzio per "tutte le persone che, cercando un po' di benessere e di libertà, non ce l'hanno fatta" e anche per tutti quelli che, cercando di raggiungere il Mediterraneo, sono invece finiti nei "lager e soffrono lì". Ad accogliere il Papa in Congo, il primo ministro Jean-Michel Sama Lukonde. Francesco si è quindi recato al Palais de la Nation per la cerimonia di benvenuto e ha incontrato il presidente Félix Antoine Tshilombo Tshisekedi. Poi nei giardini dello stesso Palazzo, il Papa ha incontrato le autorità politiche e religiose, il corpo diplomatico, gli imprenditori, i rappresentanti della società civile e della cultura e ha pronunciato il suo primo discorso. Infine si è trasferito nella Nunziatura, la sua residenza in questo viaggio apostolico.
vedi anche
Papa: "Dialogo e ricerca pace tra israeliani e palestinesi"
“Il Congo ha bisogno di aiuto”
Uno dei momenti più importanti sarà l'incontro, mercoledì 1 febbraio, tra il Papa e un gruppo di vittime provenienti dall'est del Paese. "Il Papa vuole manifestare la sua vicinanza, per tutte le sofferenze e le stragi avvenute qui negli ultimi trent'anni e che continuano a essere pane quotidiano. Il Papa vuole consolare, condannare questi attentati, chiedere perdono a Dio per tutte queste stragi, vuole invitare e incoraggiare tutti alla riconciliazione", ha detto monsignor Ettore Balestrero, nunzio apostolico nella Repubblica Democratica del Congo. "Il Congo soffre per la molta corruzione, c'è un alto tasso di povertà e ha un grande bisogno di pace, soprattutto nell'est del Paese", ha aggiunto ad Acs. E ancora: "Poi ci sono le sfide della migrazione, dal momento che ci sono 5,5 milioni di sfollati interni e 500.000 rifugiati. È un Paese di giovanissimi: metà della popolazione, 50 milioni di persone, ha meno di 18 anni. È molto ricco di risorse, con molti minerali fondamentali per la transizione ecologica. Il Congo ha bisogno di aiuto, di più sviluppo e di una coscienza democratica per crescere".
vedi anche
Papa Francesco: "L'omosessualità non è un crimine"
La visita in Sud Sudan
Nei prossimi giorni il Papa visiterà anche il Sud Sudan, il più giovane Paese del mondo che, poco dopo la sua indipendenza, nel 2011, ha vissuto una sanguinaria guerra civile ma ancora fatica a trovare una pacificazione. Dopo la tappa a Kinshasa, infatti, Francesco il 3 febbraio volerà a Juba, la capitale del Sud Sudan, dove sarà accompagnato dal primate della Chiesa anglicana Justin Welby e dal moderatore della Chiesa di Scozia, Ian Greenshields. Bergoglio farà ritorno in Vaticano domenica 5 febbraio.