La Procura belga ha fatto sapere che l'ex eurodeputato si è impegnato a collaborare con le autorità belghe alle quali fornirà tutte le informazioni a sua disposizione sul caso di presunta corruzione al Parlamento europeo e di riciclaggio del denaro di provenienza illecita. Detenuto dal 9 dicembre, l'accordo prevede 1 anno di carcere effettivo. Sequestrato anche un milione di euro
L'ex eurodeputato Pier Antonio Panzieri, detenuto dal 9 dicembre scorso nell'ambito dell'inchiesta sul Qatargate, si è pentito e ha firmato un accordo con la Procura federale belga che prevede "la reclusione, una multa e la confisca di tutti i beni finora acquisiti, stimata attualmente in un milione di euro", come riferisce la stessa Procura, che annuncia che si è verificata "un'importante evoluzione" nelle indagini. L'accordo prevede "una condanna a cinque anni, ma con sospensione condizionale della pena per la parte eccedente un anno", come ha spiegato ad Afp l'avvocato di Panzeri, Laurent Kennes. "Subirà un anno di detenzione, parte del quale sotto braccialetto elettronico", ha spiegato.
Panzeri si impegna a "rendere dichiarazioni sostanziali"
I giudici hanno diffuso un comunicato in cui spiegano che "uno dei principali protagonisti della vicenda, Pier Antonio Panzeri, assistito dai propri legali, ha firmato con il procuratore federale un memorandum" ai sensi di alcuni articoli del codice di procedura penale belga, spiegano gli inquirenti, che "riguardano sospetti che si sono pentiti". Sulla base della firma, Panzeri si impegna a "rendere dichiarazioni sostanziali, rivelatrici, veritiere e complete" alla giustizia "in merito al coinvolgimento di terzi e, se del caso, al proprio coinvolgimento in relazione a reati" legati al caso in questione (TUTTE LE NOTIZIE SUL QATARGATE).
Darà infomazioni sul modus operandi
Panzeri, denunciato il 10 dicembre 2022 per partecipazione ad un'organizzazione criminale in qualità di capogruppo, riciclaggio di denaro e corruzione attiva e passiva, si impegna dunque "a informare la giustizia e gli inquirenti in particolare sul modus operandi, gli accordi finanziari con Stati terzi, le architetture finanziarie messe in atto, i beneficiari delle strutture messe in atto e i vantaggi proposti, l'implicazione delle persone conosciute e di quelle ancora non conosciute nel dossier, ivi inclusa l'identità delle persone che ammette di aver corrotto". Nella storia del Belgio, "è la seconda volta nella storia giuridica", dall'introduzione della cosiddetta 'legge sui pentiti' (sull'esempio della legge italiana per le indagini di mafia)" che un procedimento si conclude "con la firma di un memorandum".
I dettagli dell'interrogatorio a Panzeri
Sempre oggi sono emersi i dettagli dell'interrogatorio degli inquirenti belgi a Panzeri il 10 dicembre scorso, del quale alcuni stralci sono stati allegati alla richiesta di revoca di immunità per Marc Tarabella e Andrea Cozzolino. "L'iniziativa portava avanti in Parlamento era un'iniziativa di lobbying e ovviamente cercavamo dei parlamentari che fossero disponibili ad appoggiare certe posizioni in favore del Qatar", si legge nel documento. "In questo quadro - continua - alcuni parlamentari hanno appoggiato tali posizioni per semplice convinzione e io e Giorgi, a volte io da solo, qualche volta Giorgi, li abbiamo invitati ad una riflessione su queste posizioni".
"Ho dato più volte soldi a Tarabella"
"Li consigliamo, diciamo loro che 'sarebbe utile...' ma non tutti sono d'accordo. In un caso, vale a dire quello di Marc Tarabella, è stato ricompensato più volte per un importo totale, a memoria, di 120-140mila euro", si legge ancora nell'interrogatorio dell'ex eurodeputato socialista. Panzeri racconta di aver dato "più volte il denaro in contanti" a Tarabella. "Talvolta ero accompagnato da Giorgi Francesco. Consegnavo il denaro a Tarabella in luoghi diversi. Il denaro si trovava in sacchi di carta. E' cominciato due anni fa", spiega ancora Panzeri secondo quanto si legge nella documentazione.