Attraverso la nota di un diplomatico, l’emirato ha fatto sapere di non aver gradito la decisione del Parlamento europeo di bloccare l’accesso a Bruxelles. “Una restrizione così discriminatoria prima che l'inchiesta sia conclusa avrà un effetto negativo sui nostri rapporti”, ha dichiarato
Iscriviti alla nostra newsletter per restare aggiornato sulle notizie dal mondo
L’avvertimento dell’emirato è arrivato. Il Qatar ha messo in guardia l’Unione europea sull' "impatto negativo" che può avere la decisione di bloccare l'accesso di Doha al parlamento europeo, in relazione allo scandalo Qatargate che ha investito alcuni eurodeputati. “Una restrizione così discriminatoria prima che l'inchiesta sia conclusa avrà un effetto negativo sulla cooperazione regionale e globale e sui colloqui in corso su energia, povertà e sicurezza", ha fatto sapere Doha
La difesa
Il bersaglio di Doha sono soprattutto le autorità belghe, colpevoli di usare fonti inaffidabili. "Respingiamo fermamente le accuse che associano il nostro governo a cattiva condotta. Il Qatar non è stata l'unica parte nominata nelle indagini, eppure il nostro Paese è stato esclusivamente criticato e attaccato", dichiara un diplomatico qatarino in una nota. "È profondamente deludente che il governo belga non abbia fatto alcuno sforzo per impegnarsi con il nostro governo al fine di stabilire i fatti una volta venuti a conoscenza delle accuse". Una delusione che arriva nonostante il rapporto "stretto" tenuto fin qui con il Belgio. "Le nostre nazioni hanno collaborato durante la pandemia di Covid-19 e il Qatar è un importante fornitore di Gnl per il Belgio", si sottolinea.
leggi anche
Qatargate, inquirenti: gruppo molto ampio dedito a corruzione
Gli arresti
Per quanto riguarda l'inchiesta belga, nei giorni scorsi sono già stati confermati gli arresti per Eva Kaili, per l'ex eurodeputato Antonio Panzeri, per il compagno e assistente di Kaili Francesco Giorgi e per Niccolò Figà-Talamanca. Il prossimo 22 dicembre è prevista l'udienza di custodia cautelare dell'ex vicepresidente del Parlamento Ue, che potrebbe riservare una strategia difensiva piuttosto aggressiva, visto il presenzialismo sui media, in particolare greci, del suo avvocato Michalis Dimitrakopoulos. Altre autorità nazionali hanno poi iniziato a muoversi, oltre ovviamente a quelle italiane scese in campo dal primo momento per l'arresto della moglie e la figlia di Antonio Panzeri (dovranno comparire in corte d'appello a Brescia per la consegna alle autorità del Belgio).
leggi anche
Qatargate spunta l'ipotesi della talpa. Panzeri "anima della frode"
Si indaga sulla Ong Elontech
Oltre al faro acceso da giorni dagli inquirenti belgi sui legami di Panzeri anche con il Marocco e le autorità marocchine, la giustizia greca sta ora vagliando in particolare l'attività di Kaili. Si è mobilitata l'Autorità Antiriciclaggio e il responsabile, Charalambos Vourliotis, ha ordinato il congelamento totale in Grecia dei beni di Kaili, del compagno Giorgi, dei genitori e della sorella, avviando controlli su tutte le loro proprietà, con un'ordinanza inoltrata a banche e catasto. Il focus è ora sulla Elontech, indicata dalla stampa ellenica come Ong fondata nel 2017 e guidata dalla sorella Matalena e su cui sarebbero in corso verifiche in particolare rispetto ai flussi di denaro. Il nodo è che la Elontech, con sede a Kolonaki, nello stesso indirizzo della società immobiliare fondata dall'eurodeputata, verrebbe indicata come veicolo utilizzato per attrarre programmi europei fino a 15 milioni di euro, cifre stellari, insomma, rispetto al milione e mezzo in contanti già sequestrato dagli inquirenti belgi a Bruxelles, 750mila nella sola casa della Kaili. L'avvocato della politica greca ha però negato: la Elontech "non è una ong e non ha ricevuto un euro di finanziamenti", ha replicato. È "un'iniziativa giuridica di scienziati e ricercatori nel campo del diritto e delle nuove tecnologie" e "non è una entità legale".
leggi anche
Qatargate, Giorgi fa il nome di Cozzolino. Lui: estraneo alle indagini
Il viaggio a Doha
Lo shock per la vicenda tra gli eurodeputati non accenna intanto a placarsi. La presidente della Delegazione per le relazioni con la penisola arabica del Parlamento europeo, Hannah Neumann (Verdi) ha dichiarato ad esempio al New York Times che Kaili si è recata a Doha al suo posto rilasciando "dichiarazioni molto più favorevoli al Qatar rispetto alla posizione del Parlamento, fingendo di parlare a nome" dell'Eurocamera. Secondo Neumann il suo viaggio a Doha era stato programmato per oltre un anno, per valutare i progressi del Qatar prima dell'inizio dei mondiali di calcio. A settembre le è però stato comunicato dal governo del Qatar che il viaggio sarebbe stato cancellato perché l'edificio dell'incontro era in costruzione. Neumann ha quindi spiegato di essersi stupita e arrabbiata un mese dopo quando ha appreso che Kaili si era recata in Qatar al posto suo. Nell'occasione l'ex vice presidente del Pe ha anche incontrato il capo di Stato, lo sceicco Tamim bin Hamad al Thani, in un incontro che secondo fonti interpellate dal quotidiano sarebbe stato organizzato dalla stessa Kaili.
Letta: “Noi siamo parte lesa”
Sulla vicenda è tornato ad indignarsi il segretario del Pd Enrico Letta: "Noi ora passiamo il testimone di un partito fatto di gente perbene, non accetteremo mai tutta la sporcizia che ci sta cadendo addosso con questo scandalo", ha detto. "Noi siamo parte lesa abbiamo chiesto una commissione di inchiesta e chiederemo che chi ha sbagliato paghi il conto". Per Nardella "La questione del Qatargate va affrontata di petto, senza cercare giustificazioni".