Qatargate, spunta ipotesi di una talpa. Panzeri "anima della frode". Pd sospende Cozzolino

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Nuovi elementi nello scandalo che ha travolto l'Euro-parlamento. Una "talpa" tra gli stessi eurodeputati avrebbe fatto partite l'inchiesta. Nel mandato di arresto Antonio Panzeri, l'ex eurodeputato in carcere a Bruxelles, è definito animatore di una "vasta organizzazione fraudolenta". Intanto il Pd ha sospeso Andrea Cozzolino dagli organismi del partito fino alla chiusura delle indagini

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Nuovi elementi nello scandalo che ha travolto l'Euro-parlamento per le presunte tangenti da Qatar e Marocco. Una "talpa" tra gli stessi eurodeputati avrebbe fatto partite l'inchiesta. Intanto per il giudice belga Michel Claise, che ha firmato il mandato d'arresto, non ci sono dubbi: Antonio Panzeri è l'anima della "vasta organizzazione fraudolenta" del Qatargate. E l'ipotesi che - oltre all'ex eurodeputato Pd e poi Articolo 1, all'ex vicepresidente del Pe Eva Kaili e al compagno e portaborse Francesco Giorgi, tutti e tre in carcere -, la rete di eurodeputati e funzionari Ue coinvolti nella trama di corruzione che conduce direttamente a Doha e Rabat sia molto più ampia non viene ormai più smentita da nessuno, procura federale inclusa.

Esame sui conti di sette italiani

La Guardia di Finanza italiana ha deciso di procedere con un esame sommario sui conti di sette italiani, tra i quali Panzeri, rintracciando cifre "consistenti". Sulla maxi-inchiesta sono al lavoro - anche per vie indirette - tutte le agenzie di polizia e giudiziarie della stessa Ue: Eurojust, Europol e Olaf. Ed è l'eurodeputato socialista spagnolo, Lopez Aguilar, a non escludere che "l'origine dell'indagine possa essere un informatore dentro al Parlamento stesso" perché "quanto sta accadendo non può essere un caso".

 

I rapporti di Panzeri con il Marocco

Fino a qui le accuse messe nero su bianco nel mandato di arresto europeo notificato nelle residenze di Bergamo e Milano a Maria Colleoni e Silvia Panzeri, moglie e figlia dell'ex parlamentare di Articolo 1, parlano di un Panzeri ideatore e anima del gruppo criminale. L'ex segretario generale della Camera del Lavoro di Milano già dal 2011 andava regolarmente a Rabat, protetto ma anche sorvegliato dalle autorità locali e dal capo degli 007 marocchini. E l'opinione degli inquirenti è che da allora si sia messo a disposizione, insieme al suo portaborse Francesco Giorgi, delle ingerenze di Rabat e degli Emirati Arabi per influenzare le decisioni politiche Ue in cambio di denaro. Soldi che, oltre agli 1,5 milioni di euro cash rintracciati dalla polizia belga, sarebbero presenti in cifre "consistenti" anche sui primi sette conti italiani esaminati dalla Guardia di Finanza in esecuzione di un ordine di investigazione europeo, riconducibili anche a Francesco Guidi, ex collaboratore di Panzeri, e a Luca Visentini, segretario generale della confederazione internazionale dei sindacati, inizialmente implicato nell'operazione e poi rilasciato dalla giustizia belga.

 

Cozzolino (Pd) sospeso in via cautelativa

La pista marocchina porterebbe anche all'eurodeputato dem Andrea Cozzolino, presidente della delegazione del Pe per le relazioni con i Paesi del Maghreb e delle commissioni parlamentari miste Ue-Marocco, suo malgrado sotto i riflettori. Un possibile coinvolgimento che ha portato il Pd in via cautelativa a sospenderlo da ogni organismo di partito. E' stato il comitato nazionale di garanzia del Pd, convocato in via d'urgenza dal segretario Enrico Letta, a fermarne cautelativamente l'attività politica.

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