Non si placano le tensioni nel Paese dopo il tentato golpe dell’ex presidente Pedro Castillo, arrestato e destituito. Nemmeno la possibilità di anticipare le elezioni al 2024 è servita a placare gli scontri
Non si placano le proteste in Perù con scontri fra manifestanti sostenitori dell'ex presidente Pedro Castillo e la polizia. In poco più di 24 ore è salito a sette il numero dei morti negli scontri. I manifestanti sono scesi in piazza per chiedere la chiusura del Parlamento e le dimissioni della nuova presidente, Dina Boluarte, subentrata a Pedro Castillo, arrestato e destituito.
Gli scontri e le vittime
Tra le vittime ci sono anche tre adolescenti di 15 e 16 anni. Un morto è stato registrato ad Arequipa, seconda città del Perù, quando la polizia è intervenuta per cacciare dall'aeroporto centinaia di manifestanti che avevano allestito barricate incendiate sulla pista. Un altro durante una marcia respinta dalla polizia antisommossa a Chinchero, nella regione di Apurimac (sud-est), città natale della signora Boluarte dove domenica sono morti due manifestanti.
Gli appelli della presidente Boluarte
Di fronte a questo preoccupante scenario, la presidente Dina Boluarte ha rivolto numerosi appelli alla calma e al dialogo sociale, offrendo anche la possibilità di anticipare al 2024 le elezioni generali che dovrebbero celebrarsi nel 2026. Ma questo non è servito a placare gli animi della piazza che chiede le dimissioni della stessa Boluarte, lo scioglimento del Parlamento e la realizzazione immediata delle elezioni.