Attentato a Istanbul, cos'è il PKK e perché la Turchia accusa i curdi

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La strage potrebbe essere la prima risposta alla richiesta di cessazione di sostegno e all'estradizione formale di 73 curdi che Erdogan ha rivolto a Svezia e Finlandia. Il presidente turco ha messo sotto accusa la politica di accoglienza dei due Paesi scandinavi, freschi di istanza di adesione all'Alleanza Atlantica

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Una via sempre molto frequentata anche dagli stranieri. Potrebbe essere solo un caso che le sei vittime accertate dell’attentato di Istanbul siano tutte turche. Istiklal Caddesi (conosciuta come la via Montenapoleone della cittadina sul Bosforo) è colma di vetrine, bar, ristoranti ed è vicinissima a piazza Taksim. Chi ha colpito lì sapeva di uccidere passanti e turisti. Per la Turchia, dietro l’attentato di domenica scorsa ci sarebbero i curdi del PKK che potrebbero colpire di nuovo e presto.

L'accusa di terrorismo

A pochi minuti dall’esplosione che ha ucciso sei persone e causato il ferimento di almeno 80, il presidente turco Erdogan ha detto “c’è odore di terrorismo” e il ministro dell’interno, Suleiman Soylu, ha sottolineato che “secondo le nostre conclusioni, l’organizzazione terroristica Pkk (il Partito dei lavoratori del Kurdistan) è responsabile dell’attacco… riteniamo che l’ordine sia partito da Kobane (città a maggioranza curda nel Nord della Siria)”.

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Cos'è il PKK

Il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) è un partito politico curdo attivo dal 27 novembre 1978 nel sud-est della Turchia e nella zona del Kurdistan iracheno. Considerato da diversi Stati come un’organizzazione terroristica poiché pratica la lotta separatista armata per tentare di fondare un Kurdistan indipendente, è stato accusato dal regime turco e da ambienti filo-turchi di essere un vero e proprio sindacato criminale.

Ahlam Albashir, la donna di nazionalità siriana arrestata perché ritenuta responsabile dell'attentato che ha ucciso 6 persone ieri a Istanbul, ha confessato durante l'interrogatorio di essere stata addestrata dal partito curdo armato Pkk e dalle milizie curde siriane dello Ypg, 14 novembre 2022.
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L'ombra della guerra in Ucraina

A complicare le cose nella guerra che da decenni oppone la Turchia al cosiddetto “popolo senza patria” si inserisce, indirettamente, la guerra in Ucraina. Erdogan ha messo sotto accusa la politica di accoglienza che Svezia e Finlandia (che hanno chiesto di entrare nell’Alleanza Atlantica) praticano nei confronti degli esuli curdi chiedendo la cessazione di ogni forma di sostegno e l’estradizione formale di 73 curdi, considerati terroristi, che vivono nei due Paesi scandinavi. L’attentato di domenica a Istanbul potrebbe essere un primo avvertimento lanciato proprio dal PKK. 

MADRID, SPAIN - JUNE 28:  (----EDITORIAL USE ONLY â MANDATORY CREDIT - "TURKISH PRESIDENCY / MURAT CETINMUHURDAR / HANDOUT" - NO MARKETING NO ADVERTISING CAMPAIGNS - DISTRIBUTED AS A SERVICE TO CLIENTS----) Turkish President Recep Tayyip Erdogan, NATO Secretary-General Jens Stoltenberg, Sweden's Prime Minister Magdalena Andersson, Finland's President Sauli Niinisto, Turkish Defence Minister Hulus Akar, Turkish Foreign Minister Mevlut Cavusoglu, Finland Minister for Foreign Affairs Pekka Haavisto, Sweden's Minister of Foreign Affairs Ann Linde, Turkish Presidential Spokesperson Ibrahim Kalin and Turkish Communications Director Fahrettin Altun attend a signing ceremony of a memorandum on the Nordic countriesâ NATO bids after 4-way talks at IFEMA convention center in Madrid, Spain on June 28, 2022. (Photo by TUR Presidency/ Murat Cetinmuhurdar/Anadolu Agency via Getty Images)

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