Elezioni midterm Usa 2022, tutto quello che c’è da sapere

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Raffaele Mastrolonardo

L’8 novembre gli elettori americani tornano al voto per rinnovare la Camera e una parte del Senato. Le possibili ripercussioni analizzate attraverso dati e grafici

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Martedì 8 novembre 2022 gli Stati Uniti tornano al voto per le cosiddette elezioni di metà mandato (“midterm”, in inglese). Si tratta di un appuntamento importante per la politica americana che potrà avere ripercussioni sul margine di azione del presidente democratico Joe Biden di qui alle prossime presidenziali che si terranno nel 2024. 

Per cosa si vota?

Le elezioni di midterm sono così chiamate perché si svolgono a due anni dall’elezione del presidente degli Stati Uniti che, come noto, resta in carica per quattro anni. In questa tornata elettorale vengono rinnovati tutti i 435 seggi della Camera dei rappresentanti e un terzo dei 100 seggi del Senato (35 nel 2022). Inoltre, gli elettori di 39 stati andranno alle urne anche per eleggere i propri governatori. 

Perché le elezioni di midterm sono importanti?

Le elezioni di midterm determinano la composizione dei due rami del Congresso americano e le relative maggioranza ridefinendo l’equilibrio tra il potere legislativo e quello esecutivo nei due ultimi anni di attività del presidente. Il risultato di queste elezioni è spesso interpretato come un referendum sull’operato dell’inquilino della Casa Bianca. 

 

In questo momento il gradimento di Biden appare relativamente basso. Secondo Gallup, il 40% degli adulti americani approva il suo operato rispetto al 57% del febbraio 2021, subito dopo l’insediamento. Per fare un confronto, dopo lo stesso numero di settimane alla Casa Bianca, la percentuale di approvazione di Donald Trump era del 43%, quella di Obama del 45%. 

 

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La situazione attuale al Congresso

Ma qual è la situazione di partenza? Al momento il Senato è diviso esattamente a metà: 50 seggi ai democratici e 50 ai repubblicani. Tuttavia, la Costituzione degli Stati Uniti prevede che, in caso di pareggio in una vtazione, il vice-Presidente possa votare per sciogliere lo stallo. Questo significa, di fatto, che i democratici hanno la maggioranza. 

 

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Anche alla Camera dei rappresentanti i democratici possono contare sulla maggioranza grazie a 220 seggi contro i 212 dei repubblicani.

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Cosa dice la storia?

Storicamente, l’esito alle elezioni di midterm non è favorevole al partito del Presidente in carica. Secondo l’American President Project dell’Università della California Santa Barbara, nelle ventidue elezioni di metà mandato tenutesi tra il 1934 e il 2018, il partito a cui appartiene il Presidente ha perso in media ventotto seggi alla Camera e quattro al Senato. Solo in tre occasioni ha guadagnato poltrone nel ramo più basso del parlamento, mentre in quello più alto è accaduto in sei casi. Appena due volte, infine, la fazione del Presidente ha aumentato i seggi sia al Senato che alla Camera.

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Le previsioni

Se la situazione attuale del Congresso risulta favorevole al Presidente Biden, le previsioni non arridono al suo partito. Così come la storia, anche i sondaggi lasciano presagire cambiamenti nella composizione del parlamento che non faranno piacere all’inquilino della Casa Bianca. Per quanto riguarda la Camera, secondo il quotidiano New York Times, gli esponenti di entrambi i partiti si aspettano un cambio di maggioranza. Il modello di previsione messo a punto dal sito 538 attribuisce ai repubblicani l’81 per cento di probabilità di aggiudicarsi il controllo di questo ramo del parlamento americano. 

 

Più competitiva e incerta sembra la corsa per il Senato. Sempre a parere del sito 538, le chance dei democratici di mantenere la maggioranza sono pari al 52 per cento, poco più della metà. Il che vuole dire, in sostanza, che ogni risultato è possibile come confermano anche le previsioni del settimanale The Economist per i 35 seggi per cui si voterà.

 

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