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Guerra in Ucraina, il cardinale Zuppi: "Pace anche a costo di un pezzo di sovranità"

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Il presidente della Cei: "Invece di prendere le armi, discutiamo. Qualcuno faccia davvero da arbitro dunque, per far sì che il fratello non ammazzi il fratello". Il segretario di Stato del Vaticano Parolin: "Putin e Zelensky devono venirsi incontro"

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"Dopo 80 anni ancora siamo costretti a vedere i morti. Ecco perché anche quell'articolo 11 della Costituzione italiana, per ripudiare la guerra - oggi in Ucraina, ma anche nel resto del mondo, grandi e piccole che siano, finanche nelle stesse famiglie - è così attuale. E la seconda parte dell'articolo, a cui tanto lavorò Dossetti, è ancora più importante: meglio perdere un pezzo di sovranità e risolvere i conflitti. Invece di prendere le armi, discutiamo. Qualcuno faccia davvero da arbitro dunque, per far sì che il fratello non ammazzi il fratello". E' quanto ha detto il presidente Cei cardinale Matteo Zuppi parlando ieri a Bonifati (Cosenza). 

Parolin: "Putin e Zelensky devono venirsi incontro"

Sulla guerra in Ucraina (LO SPECIALE - GLI AGGIORNAMENTI). interviene anche il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato del Vaticano, in un'intervista pubblicata oggi dal Giornale di Vicenza. "La palla è nel cortile dei due paesi, la Russia di Putin, a cui papa Francesco ha chiesto esplicitamente di fermare la guerra, e l'Ucraina di Zelensky, a cui ha chiesto di accettare delle serie proposte di pace. Il contributo della comunità internazionale può essere determinante".  "Putin e Zelensky - ribadisce Parolin - devono venirsi incontro, non c'è altra strada. Qualcuno dice che lo stanno facendo, anzi, che si stanno preparando a farlo, ma ciascuno vorrebbe trattare da una posizione di forza. Speriamo che il dialogo ci sia, perché questi attacchi ai civili, queste distruzioni senza senso - sottolinea - ripugnano la coscienza civile e cristiana".

Sui rapporti con il Patriarcato Ortodosso di Mosca, ricorda che "ci sono contatti con il responsabile delle relazioni estere. I rapporti con la Chiesa cattolica non si sono interrotti, anche se magari non sono al loro livello migliore. È una posizione difficilmente comprensibile quella del patriarca Kyrill, spero che faccia di tutto per aiutare a trovare una via di pace. Oggi abbiamo raggiunto una coscienza dal punto di vista cristiano - precisa Parolin  - che non ci permette più di giustificare le guerre e i conflitti nel nome di Dio". Sul piano della politica nazionale, il Segretario di Stato vaticano auspica "che ci si concentri sulle reali problematiche dei cittadini, ce ne sono tante e sono molto serie. Da quanto ho capito, tanto il governo quanto l'opposizione sono coscienti di questa realtà, e questo è già un buon punto di partenza: essere consapevoli che ci troviamo in una situazione nazionale e internazionale di estrema precarietà, che esige l'impegno di tutti. Speriamo che questa consapevolezza - conclude - si traduca nei fatti e che ci sia un grande senso di responsabilità".  

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