"La Chiesa? Una dittatura", le accuse del Presidente del Nicaragua

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Daniel Ortega ha criticato duramente la Chiesa cattolica, citando l'inquisizione, gli abusi, ma soprattutto il deficit di democrazia interna. Le dichiarazioni sono il culmine di un crisi che ha già portato algi arresti di un vescovo e all'espulsione di un nunzio pontificio

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“E' una dittatura": con queste parole il Presidente del Nicaragua, Daniel Ortega ha definito la Chiesa cattolica. Affermazioni che arrivano al culmine di una crisi che è esplosa lo scorso marzo con l’espulsione del nunzio pontificio a Managua, Stanislaw Sommertag.

 

Le parole di fuoco di Ortega

Il discorso è stato pronunciato in occasione del quarantesimo anniversario della fondazione della polizia nicaraguense. Il Presidente e leader del Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale ha fatto riferimento alla “storia terribile” della Chiesa cattolica, facendo un excursus che lo ha portato a citare l’inquisizione e gli abusi contro i bambini indigeni del Canada. L’attacco è stato rivolto poi alla democrazia interna alla curia. Ortega nel criticare la rigida gerarchia ecclesiastica ha lanciato una provocazione, suggerendo che tutti i chierici – dallo scalino più basso a quello più alto – debbano essere eletti direttamente dai fedeli. Nello sferrare l’offensiva ha anche ribadito di essere cristiano e cattolico e come tale di non sentirsi rappresentato dalle istituzioni del Vaticano. Ha poi concluso il ragionamento sostenendo che la Chiesa cattolica sia “una dittatura perfetta, una tirannia perfetta”.

 

Managua e Vaticano ai ferri corti

La crisi è in atto da mesi. Prima è arrivata l’espulsione di Stanislaw Sommertag, nunzio pontificio, poi ad agosto il caso Rolando Alvarez, vescovo critico del regime, posto agli arresti domiciliari dalla polizia. L’accusa mossa era quella di aver promosso attività "destabilizzanti e provocatorie". Il 15 settembre Papa Francesco, alla luce delle crescenti tensioni, aveva sottolineato la necessità che il dialogo non si bloccasse, aggiungendo: “Abbiamo parlato con il governo. C'è un dialogo. Non significa che approviamo tutto ciò che fa il governo. O che disapproviamo tutto". Degli spiragli che sembrano affievolirsi dopo le ultime dichiarazioni del Presidente, al suo quarto mandato presidenziale

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