Australia, gli Aborigeni protestano contro la monarchia britannica. VIDEO

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Nel giorno di lutto nazionale indetto dal governo australiano in onore della regina Elisabetta II, i popoli indigeni hanno protestato per denunciare le violenze e i soprusi ai tempi della colonizzazione

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L’ombra del passato coloniale sulla monarchia britannica. Il 22 settembre, a due settimane di distanza dalla morte della Regina Elisabetta II, l’Australia ha indetto un giorno di lutto nazionale. L’evento ha scatenato l’ira degli aborigeni australiani. Centinaia di attivisti si sono radunati in diverse città come Sydney, Melbourne e Canberra per denunciare l'effetto distruttivo della colonizzazione britannica sui popoli indigeni. 

 

I Warriors of the Aboriginal Resistance

La protesta è stata coordinata dai Warriors of the Aboriginal Resistance (WAR), un'organizzazione che si dice “impegnata per la causa della decolonizzazione”. 

"Mentre piangono la regina, noi piangiamo tutto ciò che il suo regime ci ha rubato: i nostri figli, la nostra terra, la vita dei nostri cari, i nostri luoghi sacri, le nostre storie", si legge in un comunicato. 

“LAND BACK”, “Give it back to the Indigenous”, “NOT THE QUEENS LAND” scrivono i manifestanti sui cartelli. Le loro richieste sono riassunte nel documento diffuso dai WAR: la restituzione della terra "ai legittimi proprietari sovrani", la fine delle morti indigene in custodia e verità, responsabilità e giustizia. 

Le proteste a Melbourne, Sydney, Brisbane e Adelaide

Melbourne i membri della comunità hanno dipinto con l'ocra bianca i volti dei partecipanti in segno di lutto, non per la regina, ma per le sofferenze subite dai popoli delle “Prime Nazioni” in tutto il Paese. A Sydney, decine di persone si sono radunate vicino a una statua della regina Vittoria nel centro della città prima di marciare per le strade. "La monarchia deve essere abolita, già molti anni fa", ha detto l'attivista di 24 anni Paul Silva ad Al Jazeera. I manifestanti di Brisbane si sono riuniti nonostante la pioggia. Un uomo di Adelaide è stato rimosso dalla sede del governo dell'Australia meridionale per aver tenuto in mano un cartello con la scritta "Abolire la monarchia". Ovunque si sono viste bandiere britanniche strappate, incendiate, imbrattate con tinte rosse, a simboleggiare il sangue versato degli antenati. 

 

La risposta del governatore generale

Il governatore generale dell'Australia David Hurley, che rappresenta la monarchia, è intervenuto pubblicamente: “sono consapevole e rispetto che la risposta di molti australiani delle Prime Nazioni venga definita dalla nostra storia coloniale e dal più ampio viaggio di riconciliazione. Questo è un viaggio che noi come nazione dobbiamo completare”.

La colonizzazione dell'Australia iniziata nel 1788

La storia della colonizzazione britannica è iniziata nel 1788. Sono seguiti due secoli di discriminazioni e oppressione degli indigeni australiani che abitavano quella terra da circa 65.000 anni. La persecuzione dei popoli indigeni è intrecciata con la storia dell’Australia, a partire dalla decimazione della popolazione dopo la colonizzazione e continuando attraverso politiche come l'allontanamento forzato dei bambini. La condizione di minorità in cui per secoli questi popoli sono stati relegati produce conseguenze ancora oggi se si pensa che gli Aborigeni e gli abitanti delle isole dello Stretto di Torres hanno un'aspettativa di vita inferiore a quella di altri australiani e un tasso più elevato di decessi in custodia.

Britain's Queen Elizabeth II signs the visitor's book during her visit to the Siemens Gamesa Renewable Energy wind turbine blade factory in Kingston upon Hull, in northern England on November 16, 2017. (Photo by Lindsey Parnaby / POOL / AFP) (Photo by LINDSEY PARNABY/POOL/AFP via Getty Images)

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