Quattro religiose della Congregazione delle Suore di Gesù Salvatore sono state sequestrate mentre rientravano in comunità dopo aver partecipato alla Messa. Nessun gruppo ha rivendicato il rapimento. La fondazione pontificia Acs lancia un appello alle autorità
Quattro suore cattoliche sono state rapite da uomini armati in Nigeria, nello Stato di Imo, nel sud-est del Paese: lo ha reso noto la polizia il cui portavoce, Michael Abattam, ha precisato che il sequestro è avvenuto ieri vicino alla città di Okigwe, mentre le suore andavano a messa. "Siamo sulle tracce dei rapitori al fine di liberare le vittime", ha aggiunto il portavoce, senza poter specificare il motivo del rapimento perché nessun gruppo ha rivendicato il crimine. Il direttore della fondazione pontificia 'Aiuto alla Chiesa che Soffre' Alessandro Monteduro parla di "un continuo stillicidio di violenza" e chiede alle autorità del Paese "un concreto impegno per la loro liberazione". I nomi delle suore rapite sono Johannes Nwodo, Christabel Echemazu, Liberata Mbamalu e Benita Agu.
Ondata di violenze attribuite al gruppo separatista Ipob
In Nigeria i rapimenti a scopo di estorsione sono frequenti, prendendo ultimamente di mira molte persone appartenenti alla Chiesa cattolica. In particolare la Nigeria sud-orientale registra da tempo un'ondata di violenze attribuite al gruppo separatista Popoli indigeni del Biafra (Ipob) - dichiarato fuorilegge - o al suo braccio armato Esn. Ipob, che propugna uno stato separato per le persone di etnia Lgbt, ha ripetutamente negato il proprio coinvolgimento nelle violenza della regione. Secondo quanto riportato dai media locali, più di 100 poliziotti e altri membri del personale di sicurezza sono stati uccisi dall'inizio dello scorso anno in attacchi mirati nella regione. Anche le carceri sono state oggetto di raid, con decine di detenuti liberati e armi rubate. Il leader di Ipob, Nnamdi Kanu, è stato arrestato e potrebbe essere processato per tradimento. Il separatismo è una questione delicata in Nigeria, dove la dichiarazione di una Repubblica indipendente del Biafra nel 1967 da parte degli ufficiali dell'esercito Igbo scatenò una guerra civile con oltre un milione di morti.