Caos aeroporti, il viaggio di Sky TG24 negli scali europei tra disagi e voli cancellati

Mondo

Chiara Martinoli

Il reportage sui ritardi e sui disagi tra lunghe code, voli annullati e bagagli smarriti. 

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Code interminabili, lunghe attese, ritardi, bagagli smarriti, modifiche dell'ultimo minuto e voli cancellati. L'estate nera dei cieli europei trova uno dei suoi punti più critici ad Amsterdam. Ed è qui che vi portiamo nella prima tappa di questo viaggio. 

Code interminabili all'aeroporto di Amsterdam

 

Tra i più importanti crocevia mondiali, qui transitano ogni giorno decine di migliaia di passeggeri. Un centro nevralgico che da settimane versa nel caos. Per far fronte alle lunghe, lunghissime code, sono stati allestiti dei gazebo esterni: chi vuole partire deve prima uscire dall’aeroporto, affrontare due ore di coda qua sotto, al caldo, per poi rientrare e continuare la fila verso i controlli della sicurezza e i gate.

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Voli in ritardo allo scalo di Bruxelles

 

Nel cuore d'Europa, lo scalo di Bruxelles è il punto di partenza di voli che arrivano in tutto il mondo e sono migliaia i passeggeri che si mettono in fila per fare imbarcare le valigie in stiva. Quello di Bruxelles è il primo in classifica tra gli scali dove gli aerei hanno subìto maggiori ritardi (il 72%), mentre i voli cancellati sono il 2,5%.

Bagagli smarriti al "Charles de Gaulle" di Parigi

 

Cambiamo città e cambiamo Paese: lo scenario è sempre lo stesso. Code interminabili, corridoi affollati, valigie ammassate da tutte le parti. La vera odissea non è il viaggio, ma quello che accade prima, e anche dopo. All’aeroporto Charles de Gaulle di Parigi vengono smistati ogni giorno circa 200mila bagagli. Gli scioperi del personale nei primi giorni di luglio hanno provocato la consegna in ritardo di più di 20mila valigie. Ma anche quando non ci sono scioperi in atto, il personale è poco, e i bagagli smarriti rimangono un problema. 

Voli cancellati all'aeroporto di Francoforte

 

Anche a Francoforte la situazione è fuori controllo: l’aeroporto questa estate ha registrato quasi l’8% di cancellazioni, la percentuale più alta di tutta Europa. Qui migliaia di persone si ammassano per fare cinque ore di fila nel tentativo – spesso vano – di riprenotare un volo. Alcuni di loro hanno perso una coincidenza a causa del ritardo dell'aereo precedente, ad altri invece il volo è stato cancellato. Ma c'è anche chi non ha potuto imbarcarsi perché la compagnia ha venduto più biglietti rispetto ai posti disponibili. I tagli di Lufthansa hanno un peso enorme: la prima compagnia tedesca ed europea quest'estate ha già cancellato più di 3.700 voli in partenza da Francoforte e Monaco e annuncia di volerne tagliare altri 2.000. Ma non tutti i problemi dipendono da Lufthansa. Dal 2020 l'aeroporto di Francoforte ha licenziato circa 4mila addetti. Ora il numero dei viaggiatori è tornato a salire e il personale, così ridotto, fa fatica. 

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Mancanza di personale

 

Da cosa dipende questa situazione, comune a tanti europorti europei? È il disastro provocato da chi ha deciso, durante la pandemia, di avviare licenziamenti di massa (negli aeroporti come nelle compagnie aeree) per fronteggiare il calo della domanda. Domanda che però, come era prevedibile, è tornata ad aumentare. Poi ci sono gli scioperi: i lavoratori del settore lamentano ritmi che sono diventati insostenibili. Per migliorare la gestione dei flussi, alcuni scali hanno introdotto un limite al numero di passeggeri per l’estate. L’aeroporto di Heatrow a Londra ha deciso che potrà accogliere al massimo 100mila persone al giorno. Per fare ciò, ha chiesto alle compagnie aeree di non vendere più biglietti per l’estate. Risultato: altre cancellazioni, mentre i costi dei pochi biglietti rimasti schizzano alle stelle. Si poteva evitare tutto questo? Si poteva prevedere che, prima o poi, le persone sarebbero tornate a viaggiare? Forse sì, ma a giudicare da questo giro di aeroporti sembra che nessuno ci abbia pensato. 

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