Finlandia e Svezia nella Nato, la rabbia del leader curdo: "Un tradimento"

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Il co-presidente del Congresso del Kurdistan, Ahmed Karamus, punta il dito sull'accordo con cui la Turchia ha tolto il veto all’ingresso nella Nato di Svezia e Finlandia in cambio del loro impegno nella lotta contro organizzazioni come Pkk e Ypg: "Preoccupato e deluso, siamo stati traditi" 

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“Un tradimento contro la lotta del popolo curdo per la pace e la libertà, per i propri diritti nazionali”. Così Ahmed Karamus, co-presidente del Congresso del Kurdistan, ha parlato da Stoccolma all’indomani dell’accordo trilaterale con cui la Turchia ha rimosso il veto sull’ingresso nella Nato di Svezia e Finlandia in cambio del loro impegno nella “lotta contro il terrorismo”. Un intervento duro e senza mezzi termini, che mette nel mirino soprattutto il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan e la sua volontà di colpire nel vivo i militanti curdi del Pkk ma anche quelli delle milizie Ypg, che hanno giocato un importante ruolo contro Isis.

 

Un accordo “che non ci aspettavamo”

 

“È chiaro che la Svezia ha il diritto di tenere conto della propria sicurezza politica nazionale e di prendere qualsiasi decisione ma il prezzo è stato la lotta e i diritti del popolo curdo. Sono loro che ne pagano oggi le conseguenze”, ha spiegato Karamuscommentando i termini dell'intesa. Che ha aggiunto: “Ogni curdo si sente preoccupato e deluso per quello che è successo: non ci aspettavamo che il governo svedese si impegnasse in questo tipo di accordo”.

 

I termini dell'intesa 

 

Fino a pochi giorni fa Erdoğan aveva negato a Svezia e Finlandia l’ingresso nell’Alleanza Atlantica accusandole di sostenere e accogliere membri di alcune organizzazioni considerate terroristiche, come il Partito dei lavoratori del Kurdistan. L’ostruzionismo è finito con un accordo trilaterale “per estendere il pieno sostegno contro le minacce alla reciproca sicurezza” dei tre Paesi. La firma a Madrid, dove il 28 giugno è partito il vertice Nato. Al punto quattro del documento si legge che Finlandia e Svezia condannano senza alcuna ambiguità tutte le organizzazioni che perpetrano attacchi contro la Turchia ed esprimono la loro più profonda solidarietà alla Turchia e alle famiglie delle vittime. Non solo: i due Paesi baltici si impegnano a non fornire supporto a Ypg, l’unità di protezione Popolare, e al suo ramo politico PYD, il Partito dell'Unione Democratica, nonché a Feto, il movimento islamico turco con a capo Fethullah Gulen, accusato da Ankara del fallito colpo di Stato del 2016. 

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