Ucraina, Kuleba a Sky TG24: "Grazie Italia per le armi". Al Papa: "Felici di accoglierlo"

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Il ministro degli Esteri ucraino ha ringraziato Roma per l'invio di armamenti. E dice: “Draghi è stato il primo leader a sostenere Kiev in Ue”. Messaggio al Pontefice: è chiaro chi sono i buoni e i cattivi, saremmo felici di accoglierlo

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"I Paesi che ci inviano armi sanno che stanno aiutando loro stessi. L'Italia è un Paese amico, sa che noi lottiamo per la nostra sicurezza e quella dell’Europa”. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, in un’intervista a Sky TG24, ha ringraziato Roma per l’invio di armamenti. E anche ringraziato “il premier Mario Draghi, che è stato il primo leader del G7 a manifestare il suo inequivocabile sostegno alla candidatura dell'Ucraina a entrare nell'Ue. Ha una visione per il futuro, per il bene del suo Paese” (GUERRA IN UCRAINA: LO SPECIALE - GLI AGGIORNAMENTI).

Kuleba: saremmo felici di accogliere il Papa in Ucraina 

"Saremmo felici di accogliere il Papa in Ucraina, anche se molti non sono di confessione cattolica. Il Papa porterebbe un messaggio spirituale e di pace" nel nostro Paese, ha poi affermato Kuleba. Sulle sanzioni ha detto che "hanno distrutto la Russia ma hanno liberato l'Europa dal ricatto russo" sull’energia. Ha aggiunto che ciò ha fatto capire agli europei "la necessità di diversificare le fonti di energia per non dipendere dalla Russia".

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Kuleba: Putin aperto a Kiev nell'Ue? Sua solita strategia 

"Putin non si oppone all'Ucraina nell'Ue? È la sua solita strategia: prima minaccia, poi quando si rende conto di aver fallito, che non può evitare che qualcosa accada, allora dice, non siamo contrari. Lo fa quando sa di non poter impedire qualcosa, come ha fatto con Svezia e Finlandia, dice di non aver problemi”, ha proseguito Kuleba nell’intervista a Sky TG24. Poi ha ribadito che "il cessate il fuoco è pericoloso, perché abbiamo visto cosa è successo dopo il cessate il fuoco dopo il 2014. Quello che serve è una vittoria contro la Russia, per togliere loro quegli strumenti che potrebbero essere usati contro altri Paesi”.

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