Mondo
Guerra Ucraina, da Aljochina a Tinkov: gli oppositori simbolo di Putin
L’ultima sfida lanciata al presidente russo è della Pussy Riot Masha che ha rimosso il braccialetto elettronico mentre era agli arresti domiciliari e ha pubblicato la foto per protesta. Altri nomi sono Marina Ovsyannikova, che fece irruzione durante la diretta del Tg su Channel 1, la 18enne Anastasja Nicolaeva e la 77enne Yelena Osipova
Continuano le proteste in Russia contro la guerra in Ucraina. L’ultimo gesto di sfida contro il presidente Vladimir Putin è della Pussy Riot Maria "Masha" Aljochina. In prima linea nelle proteste da dieci anni, la donna, che era attualmente agli arresti domiciliari, ha tolto il braccialetto elettronico e ha pubblicato una foto di protesta
Il 24 febbraio, quando Vladimir Putin ha lanciato in Ucraina quella che chiama "operazione militare speciale", Aljochina ha tagliato il suo braccialetto elettronico per protesta e ha postato la foto del cinturino divelto sui social. Il 21 aprile è stata quindi condannata a 21 giorni di carcere e cinque giorni dopo il ministero della Giustizia l’ha inserita nella lista dei latitanti. Attualmente nessuno sa dove sia
In un post su Instagram si è sfogato contro la guerra e contro Putin anche l’oligarca russo Oleg Tinkov. “Stanno morendo persone innocenti e soldati. Ora i generali - ha scritto - svegliandosi dopo una sbronza, si accorgono di avere un esercito di me***. Come potrebbe essere altrimenti, se tutto il resto in questo Paese lo è, ed è affogato nel nepotismo e nel servilismo?”