
Covid Cina, sale allarme a Shanghai e Pechino: la situazione tra lockdown e test di massa
Il 22 aprile a Shanghai è stata lanciata una nuova campagna per contenere la trasmissione della temuta variante Omicron: previsto il rafforzamento della gestione "statica" delle aree sigillate e un nuovo ciclo di test in tutta la città. Test di massa anche a Pechino

Continua l'emergenza Covid-19 a Shanghai, in Cina. La commissione sanitaria municipale della città ha fatto sapere che sono stati segnalati in tutto 87 decessi legati alla nuova ondata. L'età media delle vittime è 81 anni e il più anziano ne aveva 101. La commissione ha spiegato che tutte le vittime presentavano gravi condizioni di salute preesistenti, come tumori maligni, malattie coronariche e ipertensione, aggiungendo che le cause dirette dei decessi sono riscontrabili in tali patologie di base
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L'ente ha inoltre precisato che Shanghai istituirà più squadre mediche, volte in particolare a ridurre il tasso di mortalità tra i casi gravi, puntando ad aiutare i cittadini più anziani, vulnerabili al Covid-19 per via delle scarse difese immunitarie. Intanto l'allarme Covid sale anche a Pechino dove tutte le persone che risiedono e lavorano nel distretto di Chaoyang, il cuore della capitale, saranno sottoposte a test lunedì, mercoledì e venerdì
Covid, Shanghai stremata da settimane di lockdown
Secondo il dato aggiornato al 22 aprile, a Shanghai vi sono 157 pazienti Covid-19 in condizioni gravi e 18 in condizioni critiche che ricevono le cure presso gli ospedali designati. La commissione sanitaria municipale ha reso noto che il 23 aprile la metropoli cinese ha segnalato 1.401 casi confermati a trasmissione locale e 19.657 asintomatici locali
Covid, la variante Omicron elude gli anticorpi
Nelle ultime 24 ore in Cina sono stati segnalati 1.566 nuovi casi confermati di Covid-19 a trasmissione locale. Altre 16 suddivisioni a livello provinciale della Cina continentale hanno assistito all'insorgere di nuovi casi locali, tra cui la provincia nordorientale del Jilin con 60 contagi, l'Heilongjiang con 26 e Pechino con 22. Già con i 15 casi confermati sabato, Pechino aveva adottato un primo piano di contenimento con test dell'acido nucleico, sospensione delle lezioni nelle aree intorno alla scuola dove sono stati individuati i contagi e blocco dei cantieri
Coronavirus, tutti gli aggiornamenti in diretta
A Shanghai la frustrazione e la rabbia dei 26 milioni di residenti continua a montare soprattutto sui social network finendo in un nuovo video, in bianco e nero, su cui la censura del Great Farewall ha faticato non poco per bloccarlo. Il focolaio più rilevante a Pechino è stato in una scuola media di Chaoyang. Dato il periodo di trasmissione di una settimana, il rischio di infezioni è alto, ma la situazione epidemica potrebbe non diventare così grave come Shanghai, ha osservato Wang Yuedan, professore del Dipartimento di Immunologia dell'Università di Pechino

Il breve filmato di 6 minuti, intitolato "La voce di aprile", mostra le riprese dall'alto di Shanghai, diventata spettrale a causa del lockdown, e ripercorre giorno per giorno, attraverso le voci dei residenti nelle telefonate alle autorità locali, le settimane che hanno portato all'esasperazione gli abitanti bloccati in casa tra scarsi rifornimenti di cibo e generi di prima necessità, e con l'impossibilità di ricevere cure mediche fuori dal Covid

Il video menziona i funzionari locali che, ancora a fine marzo, negavano l'ipotesi di lockdown su larga scala a causa del peso della città nell'economia nazionale, valendo circa il 5% del Pil cinese

All'inizio di aprile, invece, ogni giorno è scandito dalle testimonianze dei residenti chiusi in casa che si lamentano delle condizioni a cui sono sottoposti

La rabbia degli utenti dei social in Cina riporta alla mente le scene che non si vedevano da inizio 2020 a Wuhan, primo focolaio del Covid-19, con i residenti che dalle finestre dei complessi residenziali incitavano altri a resistere e si lamentavano della gestione della crisi. Il video, ampiamente condiviso su Weibo e WeChat, le principali piattaforme social in mandarino, è stato censurato solo dopo molte ore grazie all'espediente degli utenti con il caricamento da diversi servizi di cloud, mentre è ancora disponibile su YouTube

"Siamo andati in ospedale due volte, ma nessuno è lì per curarci", dice un uomo il cui padre è malato. In un altro video, una donna si lamenta di non poter rientrare a casa dopo essere stata all'ospedale dove si è sottoposta alla chemioterapia

In difesa della censura è sceso in campo Hu Xijin, ex direttore del Global Times di cui è ancora editorialista, spiegando che "in Cina succede spesso così: quando un post viene cancellato, il governo presta attenzione al contenuto e al sentimento espresso e fa seguire sforzi per migliorare"

Il 22 aprile Shanghai ha lanciato una nuova campagna per eliminare la trasmissione nelle comunità locali della temuta variante Omicron del Covid-19, rafforzando la gestione "statica" delle aree sigillate e un nuovo ciclo di test in tutta la città, e ufficializzando molte delle misure seguite finora

"L'attuale situazione epidemica è ancora molto grave e l'opera di prevenzione e di controllo è in una fase critica", si legge in una nota diffusa dalla municipalità in cui si spiega che "saranno effettuate operazioni di controllo della comunità per ridurre al minimo il flusso e l'aggregazione di persone"

La nuova direttiva prevede che le persone in aree sottoposte a lockdown restino in casa e ricevano i beni tramite i sistemi delle consegne a domicilio, mentre chi vive in aree controllate non potrà comunque uscire dalla propria comunità. Chi si trova in aree sottoposte a regime di prevenzione ha il divieto di raduno

Shanghai da fine marzo è finita in lockdown con forti disagi ai suoi 26 milioni di residenti nell'approvvigionamento di generi alimentari e di prima necessità, innescando forti proteste sociali contro le forze dell'ordine, l'amministrazione e il personale sanitario messo in campo per contenere la diffusione del contagio