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Guerra in Ucraina, il video dell'imboscata russa alla troupe di Sky News

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Il reporter Stuart Ramsey, il cameraman Richie Mockler e tre produttori erano diretti nella cittadina di Bucha, 30 km da Kiev, dove era stato distrutto un convoglio russo. Durante il viaggio soldati ucraini a un checkpoint consigliano loro di tornare verso la capitale. Nel rientro, l'attacco: proiettili a raffica colpiscono il veicolo, ferendo un giornalista alla schiena. Riusciti a uscire dalla macchina, si rifugiano in una fabbrica nelle vicinanze, da dove sono stati portati in salvo dalla polizia ucraina

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La troupe di inviati in Ucraina di Sky News è stata vittima di un’imboscata russa: decine di proiettili sono stati sparati contro l’automobile che stava trasportando un giornalista, un cameraman e tre produttori. A raccontarlo è Stuart Ramsey, il reporter dell’emittente britannica, rimasto ferito alla schiena dai colpi esplosi dalle armi dei combattenti di Mosca. La troupe si trovava alle porte di Kiev, quando “dal nulla è partita una piccola esplosione, ho visto qualcosa colpire la macchina e una ruota scoppiare”, scrive Ramsey. Da lì il veicolo è stato colpito da una raffica di proiettili. Due pallottole hanno raggiunto il giubbotto antiproiettile del cameraman Richie Mockler, un’altra Ramsey. I due, insieme al resto del team della testata – i produttori Martin Vowles, Andrii Lytvynenko e Dominique Van Heerden – sono poi riusciti a uscire dal veicolo e si sono rifugiati in una fabbrica nelle vicinanze, dove sono stati accolti dai custodi. Dopo ore di tensione, sono stati riportati dalla polizia ucraina nella capitale Kiev (GLI AGGIORNAMENTI LIVEI VIDEO DI SKY TG24LO SPECIALE).

Il racconto dell’inviato di Sky News

Ramsey e la sua squadra, racconta il giornalista su Sky News, erano diretti nella città di Bucha, dove un convoglio russo era stato da poco distrutto dalle forze armate ucraine. “Fonti fidate ci avevano detto che la situazione era tranquilla”, scrive Ramsey. Bucha si trova a soli 30 chilometri da Kiev, da dove il team di Sky News era partito, ma a causa dei frequenti posti di blocco e delle strade interrotte “abbiamo impiegato ore per il viaggio”, dice il giornalista. Prima di arrivare a destinazione, i soldati ucraini dell’ultimo checkpoint consigliano al team di non proseguire oltre. Mentre tornano indietro verso la capitale, incontrano un altro posto di blocco. I soldati di turno li rassicurano: possono proseguire verso Kiev, la strada è aperta. “Non c’erano altri soldati, tutto sembrava deserto”, scrive Ramsey. Poco dopo, il veicolo viene attaccato. “Pensavamo che fossero gli ucraini a spararci contro e che fosse un errore, quindi gli urlavamo che eravamo giornalisti, ma i proiettili continuavano ad arrivare”, racconta l’inviato. In seguito la squadra verrà informata che ad aprire il fuoco su di loro è stata una squadra di ricognizione russa: "Il punto è che siamo stati molto fortunati - dice Ramsey - Ma migliaia di ucraini stanno morendo, le famiglie sono nelle mire delle squadre d’assalto russe proprio come lo siamo stati noi. Questa guerra peggiora ogni giorno”.

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Johnson: "Barbarie contro i media"

"La stampa libera non si lascerà intimidire o condizionare da barbari quanto indiscriminati atti di violenza", ha scritto su Twitter il premier britannico Boris Johnson esaltando "il coraggio" dei componenti della troupe di Sky News Uk. "Il coraggio di questi giornalisti, espostisi a situazioni terribili e pericolose" pur di testimoniare la guerra, "è strabiliante da guardare", ha scritto Johnson. "Essi hanno messo a rischio la vita per dire la verità", ha aggiunto. Nel frattempo nel Regno Unito la vicenda viene messa in relazione anche alla stretta imposta per legge in Russia da ieri "contro il giornalismo indipendente": stretta che ha già indotto la Bbc - come le americane Cnn, Abc e altre o la Rai - a "sospendere" la loro attività di copertura delle notizie dall'interno del territorio russo. Non preoccupano invece per fortuna le condizioni dell'inviato Stuart Ramsay, né quelle del suo cameraman Richie Mockler, centrato da due spari e salvato solo dal giubbotto antiproiettile, ma comunque capace di tenere accesa la telecamera per tutto il tempo dell'attacco e della fuga della troupe.

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