Corruzione, l’Italia scala la classifica Transparency e sale al 42° posto

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Nel ranking 2021 dell’organizzazione il nostro Paese realizza un punteggio di 56 (53 lo scorso anno), con 14 punti guadagnati in 10 anni: “La credibilità internazionale si è rafforzata”. Ancora lontana però la media Ue, che si attesta a 64, e rimangono aperte alcune questioni fra cui la Direttiva europea sul tema del whistleblowing. In testa Danimarca, Finlandia e Nuova Zelanda (88 punti), ultimi posti per Somalia e Siria (13) e Sud Sudan (11)

L'Italia guadagna 3 punti e scala 10 posizioni nella classifica 2021 dell'Indice di percezione della corruzione dei Paesi presi in esame da Transparency International. Nel ranking, che dà conto della reputazione di 180 Paesi, il nostro Paese si attesta al 42° posto, con un punteggio di 56, mentre lo scorso anno era 52esima con 53 punti. Cresce dunque la fiducia internazionale, anche se è ancora lontana la media dell'Ue, che è di 64. 

“Crescente attenzione al problema della corruzione”

In dieci anni l’Italia ha guadagnato 14 i punti e il progresso, rileva Transparency, "è il risultato della crescente attenzione dedicata al problema della corruzione nell'ultimo decennio e fa ben sperare per la ripresa economica del Paese dopo la crisi generata dalla pandemia". "La credibilità internazionale dell'Italia si è rafforzata in quest'ultimo anno anche per effetto degli sforzi di numerosi stakeholder del settore privato e della società civile nel promuovere i valori della trasparenza, dell'anticorruzione e dell'integrità", commenta la presidente di Transparency Italia, Iole Anna Savini. "L'emergenza generata dalla pandemia ha fortemente influenzato l'elaborazione del Cpi, dal momento che in alcuni casi ha generato una minor fiducia nei Paesi che hanno preferito rimuovere le garanzie di controllo - osserva -, in altri ha determinato un rafforzamento della coscienza collettiva e risposte più solide da parte dei Governi".

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La classifica 2021 di Transparency International

Il whistleblowing fra le questioni ancora in sospeso

Sul fronte dell'anticorruzione e della trasparenza rimangono tuttavia ancora alcuni temi in sospeso, secondo l'organizzazione. "Tra le questioni più rilevanti - sostiene il direttore di Transparency International Italia Giovanni Colombo - vi è il ritardo nella trasposizione della Direttiva europea 2019/1937 sul tema del whistleblowing, i cui termini sono scaduti a dicembre 2021, che consentirebbe di completare la disciplina contenuta nella legge 179/2017. Siamo inoltre ancora in attesa della pubblicazione del registro dei titolari effettivi e ci auguriamo che il processo legislativo per la regolamentazione del lobbying sia portato a termine nel migliore dei modi".

Gli altri Paesi

A livello globale, Danimarca e Nuova Zelanda rimangono al vertice della classifica, affiancati quest'anno anche dalla Finlandia, con 88 punti (+3). La Germania si conferma nel gruppo di testa, con 80 punti, il Regno Unito ne ottiene 78 (+1), la Francia 71 (+2), gli Stati Uniti 67 come lo scorso anno. In fondo alla classifica Siria, Somalia e Sud Sudan. In quest'ultimo anno 2 su 3 tra i Paesi analizzati (123 su 180) presentano ancora importanti problemi di corruzione, secondo l'organizzazione, avendo conseguito un punteggio inferiore a 50, ed evidenziano un forte rischio di arretramento nella tutela dei diritti umani, nella libertà di espressione e di una crisi della democrazia. L'Indice elaborato annualmente da Transparency a livello globale classifica i Paesi in base al livello di corruzione percepita nel settore pubblico, attraverso l'impiego di 13 strumenti di analisi e di sondaggi rivolti a esperti. Il punteggio finale è determinato in base a una scala che va da 0 (alto livello di corruzione percepita) a 100 (basso livello di corruzione percepita).

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