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Attacco a Gerusalemme, un morto e tre feriti. Attentatore ucciso. Hamas: “Gesto eroico”

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©Ansa

L’attentato intorno alle 9 locali nella Città Vecchia, vicino a uno degli accessi alla Spianata delle Moschee (Monte del Tempio per gli ebrei). Morto un 26enne che lavorava al Muro del Pianto, colpito dai proiettili. Ferito un rabbino 46enne e, in modo più lieve, due agenti israeliani. Il responsabile, ucciso dalla polizia, è un 42enne palestinese originario del campo profughi Shuafath e membro attivo di Hamas

Un morto e tre feriti. È questo il bilancio dell’attacco a colpi di arma da fuoco avvenuto questa mattina, domenica 21 novembre, a Gerusalemme. Morto anche l’assalitore, membro di Hamas. La vittima e il ferito più grave sono civili, mentre i due feriti più lievi sono poliziotti israeliani. Il responsabile dell’attentato nella Città Vecchia è un uomo palestinese di Gerusalemme est. Un portavoce di Hamas ha definito il suo “un gesto eroico”. Il premier israeliano Naftali Bennett ha annunciato di aver dato istruzioni di "elevare lo stato di allarme per prevenire ulteriori attacchi".

Morto un 26enne che lavorava al Muro del Pianto

L’attacco è avvenuto intorno alle 9 locali nella Città Vecchia a Gerusalemme, vicino a uno degli accessi alla Spianata delle Moschee (Monte del Tempio per gli ebrei). In un primo momento si era diffusa la notizia che tutte le persone colpite fossero poliziotti israeliani. Più tardi si è capito che la vittima è un civile israeliano: si chiama Eliyahu David Kaye, aveva 26 anni e lavorava al Muro del Pianto. L’uomo - che abitava a Modiin, nel centro del Paese - è stato raggiunto dai colpi di arma da fuoco ed è morto in ospedale. I proiettili hanno colpito anche il rabbino Zeev Katzenelnbogen, 46 anni, padre di 8 figli: è stato ferito mentre tornava dalle preghiere del mattino al Muro del Pianto. È ricoverato in ospedale, ma non sarebbe in pericolo di vita. Gli altri due feriti, in modo più lieve, sono agenti di polizia.

L’attentatore era un membro di Hamas

Secondo le prime ricostruzioni, sembrava che l’attacco fosse stato condotto da due assalitori. Più tardi la polizia ha escluso che ci sia stato un secondo attentatore e ha confermato che l’uomo che ha sparato è stato ucciso. L'arma usata durante l'attentato è una pistola mitragliatrice Beretta M12. Secondo alcuni media, accanto al suo cadavere sono stati trovati anche un fucile automatico Gustav e un coltello. L’attentatore, secondo alcune testimonianze, indossava gli abiti di un ebreo ortodosso. Il suo nome è Fadi Abu Shedam, 42 anni, palestinese originario del campo profughi Shuafath (Gerusalemme est). “Era un seguace di Hamas", ha detto il ministro israeliano per la Sicurezza interna Omer Bar-Lev. Era attivo, in particolare, in un movimento di sostegno alla moschea al-Aqsa. Hamas ha confermato era un membro attivo della organizzazione.

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Hamas: “Gesto eroico”

Questo è il secondo attacco in pochi giorni avvenuto in Città Vecchia: lo scorso 17 novembre un palestinese di 16 anni ha colpito due agenti e poi è stato ucciso dalle forze di sicurezza. Hazem Qassem, portavoce di Hamas, ha definito quello di Fadi Abu Shedam "un gesto eroico". “La nostra Città santa continuerà la lotta fino all’espulsione dell'occupante", ha aggiunto. Sostegno è arrivato anche dalla Jihad islamica, secondo la quale alle radici di questo attacco ci sono "il moltiplicarsi degli episodi di terrorismo da parte dei coloni e dei soldati israeliani in Cisgiordania e le demolizioni di case palestinesi a Gerusalemme".

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