Abbiamo raggiunto al telefono una ragazza afghana di 24 anni che vive a Kabul: per noi donne la libertà non esiste, racconta. La situazione con i Talebani peggiora di giorno in giorno
“E’ pericoloso vivere a Kabul con i talebani. Meglio morire che dover rinunciare ai propri diritti, alla propria vita, allo studio e alla libertà”. A parlare così è Amid, il nome è di fantasia; è una studentessa afghana di 24 anni. Per tutelarsi, accetta di parlare con Sky TG24 solo via Whastapp: teme che un suo video o la sua voce possano essere riconosciuti dal nuovo Emirato islamico e ha paura per la sua vita. Nella sua situazione - racconta - ci sono molte altre ragazze come lei costrette a vivere prigioniere in casa.
L'Università di Kabul
Amid era iscritta ad un corso di laurea triennale ma ha dovuto interrompere gli studi quando sono arrivati i talebani. "Preso il potere - ci racconta - dopo qualche giorno sono arrivate le proibizioni per le donne. Proibito andare a scuola, all’università, proibito lavorare”. La sua vita ora è completamente diversa ora. Le giornate trascorrono in casa, non si può uscire, non è possibile frequentare le lezioni. "Il Paese sta vivendo una profonda crisi umanitaria ed economica, e per noi donne il futuro è davvero buio. Le chiediamo del nuovo Rettore dell'Università di Kabul che ha dichiarato che finchè un vero ambiente islamico non sarà garantito per tutti, alle donne non sarà permesso andare all’Università.
Per Amid, sono parole molto dure e che non è possibile condividere perché non sono chiare. Cosa significa un ambiente sicuro? si chiede la ragazza che ribadisce che con i Talebani al potere, per le donne, è stata decretata la fine della possibilità di un riscatto, della libertà intellettuale e culturale . La decisione del rettore è solo l’ultima di una serie di misure prese dal nuovo regime talebano che costringono a vivere nelle ristrettezze e molte delle decisioni adottate sono sempre più simili a quelle che avevano caratterizzato il primo regime talebano in Afghanistan, tra il 1996 e il 2001.
La famiglia di Amid
Amid vive a Kabul. Ha 9 sorelle e tre fratelli. Anche loro sono studenti ma solo ai fratelli maschi più piccoli è consentito dai talebani di andare a scuola. In un contesto cosi drammatico, Amid ha paura di vivere così. Vorrebbe scappare in germania, in Italia, andare in Europa o negli Stati Uniti, ci dice che è iscritta in una lista di evacuazione ma al momento è tutto fermo. I talebani impediscono alla gente afghana di andarsene, in città ci sono ovunque posti di blocco, l'aeroporto di Kabul è deserto, ci dice.
Il futuro in Afghanistan
"Se rimarrò qui posso solo pensare di morire perchè non ci sono prospettive, sono le parole e di Amid quando le si chiede come immagina il suo futuro . Dalle sue descrizioni del Paese, comprendiamo che la la situazione sta peggiorando di giorno in giorno e la popolazione vive nel terrore di essere portata via dai talebani. L'Afghanistan è nel caos, il terrorismo è tornato a colpire: un attentatore suicida si è fatto esplodere nel giorno di preghiera all’interno di una moschea sciita a Kunduz, nel nord del Paese. Il tragico bilancio dell’esplosione è di almeno una cinquantina di morti e oltre cento feriti. L'attentato, il più grave da quando i talebani hanno ripreso il potere, è stato rivendicato dall’Isis-K, la branca afghana di Daesh. Quella stabilità rivendicata dal neonato Governo dei talebani appare più idelae che reale e il nuovo assetto politico-istituzionale è ancora in fase di definizione.