Ue, 12 Paesi chiedono fondi per muri anti-migranti. Bruxelles: "Non con i nostri soldi"

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Dodici Stati dell'Unione europea hanno scritto una lettera chiedendo finanziamenti per le barriere con cui fermare l'immigrazione ai confini. La commissaria Ue agli Affari interni, Ylva Johansson: "Hanno diritto di rafforzare frontiere ma non con i nostri fondi". Critico Sassoli: "Il muro sarebbe rinnegare i nostri valori"

Continua a far molto discutere la lettera inviata da 12 Stati membri dell'Ue alla Commissione europea e alla presidenza di turno del Consiglio Ue, con cui si chiede di finanziare la costruzione di muri alle frontiere con i fondi europei. La commissaria Ue agli Affari interni, Ylva Johansson, ha replicato che "bisogna rafforzare la protezione dei nostri confini esterni, alcuni Stati membri hanno costruito recinzioni e strutture di protezione, ne hanno il diritto e lo posso capire. Ora però, se occorre utilizzare i fondi Ue per fare questo, devo dire no". Intanto anche la Slovenia ha fatto sapere che "sosterrà la proposta" avanzata da Austria, Cipro, Danimarca, Grecia, Lituania, Polonia, Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia e Repubblica Slovacca.

Le barriere in Europa

I 12 Paesi hanno scritto a Bruxelles chiedendo di finanziare "in via prioritaria" ed in "modo adeguato" le barriere fisiche ai confini, definite "un'efficace misura di protezione nell'interesse dell'intera Ue" e del funzionamento dell'area Schengen. Gli ultimi a mettersi all'opera in ordine temporale, a causa degli afflussi dalla Bielorussia, sono stati Lituania e Polonia, ma vari Paesi Ue già possono vantare barriere di filo spinato, dai tempi della crisi migratoria del 2015-2016.

Sassoli: muro sarebbe rinnegare i nostri valori

Il presidente del Parlamento europeo David Sassoli, in un'intervista a La Repubblica, ha invece espresso la sua contrarietà all'iniziativa. Siamo di fronte a un certo "degrado morale che mette seriamente in pericolo i valori della democrazia europea", ha detto. "L'Unione non può diventare una fortezza contro la povera gente che scappa per la guerra, la fame o da regimi infami - ha sottolineato -. Proteggere i nostri confini, specie quando sono minacciati da regimi autoritari, è un dovere nei confronti dei nostri cittadini, ma alzare muri contro persone disperate sarebbe rinnegare i nostri valori e perdere la nostra umanità". È un'iniziativa "da respingere decisamente nei suoi fondamenti. L'unica soluzione è una politica comune europea che salvaguardi il diritto d'asilo e regoli i flussi migratori. I Paesi di frontiera non possono essere lasciati da soli a gestire questi fenomeni e ne sa qualcosa anche l'Italia". Comunque "davanti a un muro, non sparisce l'immigrazione, cambiano soltanto le rotte", ha concluso.

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