Regno Unito, sparatoria a Plymouth: 6 vittime, compreso assalitore. Escluso il terrorismo

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Foto Sky News

L'autore della strage è stato identificato dalla polizia come Jake Davison, 23 anni, che tuttavia - a differenza di quanto circolato sui media nell'immediatezza dei fatti - non è stato abbattuto, bensì si è suicidato prima di poter essere intercettato. Le vittime che non ce l'hanno fatta sono cinque, "tre di sesso femminile e due di sesso maschile", ha puntualizzato ancora la Devon and Cornwall Police locale. La prima di loro era la mamma del killer

Ci sarebbe un raptus di follia violenta dietro la sparatoria che ieri ha insanguinato la città inglese di Plymouth, nel sud-ovest del Regno Unito, causando sei morti incluso il killer. L'autore della strage è stato identificato dalla polizia come Jake Davison, 23 anni, che tuttavia - a differenza di quanto circolato sui media nell'immediatezza dei fatti - non è stato ucciso, bensì si è suicidato prima di poter essere intercettato. Le vittime che non ce l'hanno fatta sono cinque: quattro sono morti sul posto, una donna in ospedale per la gravità delle lesioni riportate.

Madre del killer è stata la prima vittima

C'è anche la madre del killer, Jake Davison, fra le vittime della strage. Lo ha precisato la Devon and Cornwall Police, rendendo noti i nomi di tutte e 5 le persone uccise dal 22enne. Maxime Davison, 51 anni, madre di Jake, è stata la prima a cadere sotto il fuoco del giovane, che l'ha sorpresa in casa. Mentre gli altri morti sono Lee Martyn, di 43 anni, sua figlia Sophie, di 3, Stephen Washington, di 59 e Kate Shepherd di 66. La polizia ha poi confermato che Jake aveva un porto d'armi che lo autorizzava a detenere il fucile con cui ha compiuto la strage.

Nella sparatoria anche alcuni feriti

SkyNews ha confermato - citando i deputati dei due collegi dell'area metropolitana di Plymouth, il conservatore Johnny Mercer e il laburista Luke Pollard - che "alcune altre persone" risultano essere state ferite. L'episodio, avvenuto nell'area residenziale operaia di Keyham, a ridosso del porto di Plymouth, ha suscitato sgomento fra tutte le forze del mondo politico britannico come nell'opinione pubblica, a cominciare dal primo ministro Boris Johnson. Si tratta del più grave fatto di sangue mai avvenuto nella città in epoca moderna. Mentre per rintracciare una strage analoga nel Regno Unito - dove il possesso individuale di armi e vicende del genere sono assai più rari che non negli Usa - bisogna tornare indietro di 11 anni: quando nel 2010 in una sparatoria indiscriminata 13 persone furono uccise in Cumbria, nel nord dell'Inghilterra.

Chi era il killer di Plymouth

Jake Davison, secondo quanto testimoniato da un video di 11 minuti da lui stesso postato su YouTube alcune settimane prima della strage (e intanto rimosso) si paragonava tra l'altro a "un Terminator". Nel filmato il giovane parlava di sé come di un essere umano "sconfitto dalla vita". Aggiungeva di considerarsi socialmente emarginato e faceva riferimento alla categoria dei cosiddetti "incels": individui di sesso maschile eterosessuali che si definiscono "celibi involontari" e scaricano sulle donne la colpa dei loro fallimenti. La sua identità e i contorni da raptus di follia omicida della vicenda sono stati confermati in una conferenza stampa dai vertici della Devon and Cornwall Police locale, mentre proseguono le indagini su una vicenda che ha lasciato il Regno Unito sotto shock.

La ricostruzione della sparatoria

Davison ha azionato un fucile a pompa, è stato precisato, poi ritrovato sulla scena. Ha iniziato il suo raid in facendo irruzione in una casa del quartiere popolare di Keyham e colpendo a morte una donna che vi abitava, hanno spiegato i funzionari di polizia senza precisare se l'assassino conoscesse questa persona. Poi ha sparato ancora, all'interno del caseggiato e per strada, uccidendo un'altra donna e due uomini, uno dei quali abbattuto assieme a "una bambina piccola", verosimilmente sua figlia, è stato aggiunto. Infine Davison ha rivolto l'arma contro di sé. Gli agenti, intervenuti "nel giro di 6 minuti" dopo una serie di chiamate di allarme, non hanno potuto far altro che constatarne la morte e disporre i soccorsi per alcuni feriti. 

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