Già martedì 13 l'ente di monitoraggio europeo sulle alluvioni aveva diramato un'allerta "di massima categoria" per avvisare del pericolo. Il servizio metereologico federale tedesco l'aveva diffusa, ma le autorità locali non hanno chiesto l'immediata evacuazione in Renania. Diversamente, altre città in Belgio, Lussemburgo e Olanda sono state svuotate per tempo
Si sapeva da giorni che la Germania Occidentale avrebbe subito violente piogge e allagamenti. L'EFAS, il sistema europeo di monitoraggio delle alluvioni, aveva pubblicato un avvertimento già martedì 13 luglio, due giorni prima. Un avvertimento "di massima categoria", come si fa nei casi in cui c'è effettivo pericolo di vita per i cittadini delle aree interessate. Ed infatti il 15 luglio l'acqua e il fango hanno ucciso decine di persone e lasciato senza casa centinaia.
La mancata evacuazione in anticipo in Germania
Di conseguenza, in anticipo rispetto al disastro, il servizio metereologico federale tedesco (DWD) aveva diffuso l'avvertimento nel Paese. Eppure i cittadini della Renania, lo stato più colpito, non sono stati fatti evacuare per tempo. A dovere recepire ed attuare gli avvertimenti degli enti metereologici sono infatti le autorità locali: "Federali, regionali o cittadine, a loro il compito di dire alla cittadinanza di allontanarsi", ha spiegato il portavoce del DWD. Ed è lì che l'ingranaggio si è inceppato: proprio in Germania, dove si è registrato il maggior numero di vittime e sfollati.
Le evacuazioni negli altri Paesi
Negli altri Paesi colpiti dal maltempo si è agito diversamente: la città di Liegi in Belgio ha ordinato già il 14 luglio mattina ai cittadini di allontanarsi o, quando non possibile, di mettersi in salvo salendo ai piani superiori delle abitazioni. Lo stesso hanno fatto il 15 luglio diversi comuni del Lussemburgo e Maastricht, nei Paesi Bassi. Con il passare dei giorni, bisognerà dunque capire cosa non ha funzionato nel sistema di intervento preventivo in Germania. Un "segno di un monumentale fallimento" del sistema di intervento, come lo ha definito la coordinatrice dell'EFAS Hannah Cloke.