Vaticano, fondi Segreteria di Stato: in 10 a giudizio, anche cardinale Becciu

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Il processo prenderà il via il prossimo 27 luglio. La richiesta di citazione a giudizio è stata presentata nei giorni scorsi e riguarda 10 persone, compreso il porporato, e 4 società. La Segreteria di Stato della Santa Sede si costituirà parte civile

La vicenda è quella degli investimenti finanziari della Segreteria di Stato a Londra. Oggi il Presidente del Tribunale Vaticano con un decreto ha disposto la citazione a giudizio degli imputati. Il processo prenderà il via il prossimo 27 luglio. La richiesta di citazione a giudizio è stata presentata nei giorni scorsi e riguarda personale ecclesiastico e laico della Segreteria di Stato e figure apicali dell'allora Autorità di Informazione Finanziaria, nonché personaggi esterni, attivi nel mondo della finanza internazionale: in tutto si tratta di 10 persone, compreso il card. Angelo Becciu, e 4 società. A chiedere i rinvii a giudizio sono stati il promotore di giustizia Gian Piero Milano, l'aggiunto Alessandro Diddi e l'applicato Gianluca Perone. La Segreteria di Stato della Santa Sede, individuata nell'inchiesta come "persona offesa" insieme all'Istituto per le Opere di Religione (Ior), si costituirà parte civile e sarà assistita in aula dall'avvocato Paola Severino, ex ministro della Giustizia.

Becciu: "Io vittima di una macchinazione"

"Sono vittima di una macchinazione ordita ai miei danni, e attendevo da tempo di conoscere le eventuali accuse nei miei confronti, per permettermi prontamente di smentirle e dimostrare al mondo la mia assoluta innocenza", scrive in una nota il cardinale Becciu."In questi lunghi mesi si è inventato di tutto sulla mia persona - prosegue -, esponendomi ad una gogna mediatica senza pari al cui gioco non mi sono prestato, soffrendo in silenzio, anche per il rispetto e la tutela della Chiesa, a cui ho dedicato la mia intera vita".

Consistenti perdite per la Santa Sede

Le attività istruttorie sui fondi della Segreteria di Stato sono state svolte anche con commissioni rogatoriali in numerosi altri paesi stranieri (Emirati Arabi Uniti, Gran Bretagna, Jersey, Lussemburgo Slovenia, Svizzera) e "hanno consentito di portare alla luce una vasta rete di relazioni con operatori dei mercati finanziari che hanno generato consistenti perdite per le finanze vaticane – si legge in una nota della Sala stampa della Santa Sede - avendo attinto anche alle risorse, destinate alle opere di carità personale del Santo Padre". "L'iniziativa giudiziaria è direttamente collegabile alle indicazioni e alle riforme di Sua Santità Papa Francesco, nell'opera di trasparenza e risanamento delle finanze vaticane - sottolinea ancora la Sala stampa vaticana -; opera che, secondo l'ipotesi accusatoria, è stata contrastata da attività speculative illecite e pregiudizievoli sul piano reputazionale nei termini indicati nella richiesta di citazione a giudizio".

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Dieci persone a giudizio tra cui Becciu e 4 società

In base agli elementi raccolti a carico del card. Giovanni Angelo Becciu, si procede nei suo confronti per i reati di peculato ed abuso d'ufficio anche in concorso, nonché di subornazione. Le altre persone coinvolte sono: René Bruelhart, al quale l'accusa contesta il reato di abuso d'ufficio; Mauro mons. Carlino, al quale l'accusa contesta i reati di estorsione e abuso di ufficio; Enrico Crasso, al quale l'accusa contesta i reati di peculato, corruzione, estorsione, riciclaggio ed autoriciclaggio, truffa, abuso d'ufficio, falso materiale di atto pubblico commesso dal privato e falso in scrittura privata; Tommaso Di Ruzza, al quale l'accusa contesta i reati di peculato, abuso d'ufficio e violazione del segreto d'ufficio; Cecilia Marogna, alla quale l'accusa contesta il reato di peculato; Raffaele Mincione, al quale l'accusa contesta i reati di peculato, truffa, abuso d'ufficio, appropriazione indebita e autoriciclaggio; Nicola Squillace, al quale l'accusa contesta i reati di truffa, appropriazione indebita, riciclaggio ed autoriciclaggio; Fabrizio Tirabassi, al quale l'accusa contesta i reati di corruzione, estorsione, peculato, truffa e abuso d'ufficio;  Gianluigi Torzi, al quale l'accusa contesta i reati di estorsione, peculato, truffa, appropriazione indebita, riciclaggio ed autoriciclaggio.

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Le accuse rivolte alle 4 società

Le società coinvolte sono: HP Finance LLC, riferibile ad Enrico Crasso, alla quale l'accusa contesta il reato di truffa; Logsic Humanitarne Dejavnosti, D.O.O., riferibile a Cecilia Marogna, alla quale l'accusa contesta il reato di peculato; Prestige Family Office SA, riferibile ad Enrico Crasso, alla quale l'accusa contesta il reato di truffa; Sogenel Capital Investment, riferibile ad Enrico Crasso, alla quale l'accusa contesta il reato di truffa.  Taluni dei reati vengono contestati anche "in concorso".

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