Burkina Faso, attacco nel Nord del Paese: almeno 138 morti

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A Solhan, la notte scorsa, individui armati hanno preso di mira ausiliari civili dell'esercito, poi le case e il mercato sono stati bruciati. Le uccisioni sono avvenute a sangue freddo, nel peggior massacro dal 2015 ad oggi. I corpi sono stati sepolti in fosse comuni e ci sono decine di feriti. Ancora nessuna rivendicazione ma l'area è sotto costante minaccia da parte del terrorismo islamico. Indetti tre giorni di lutto nazionale. L'Alto rappresentante Ue Josep Borrell: "Condanniamo gli attacchi codardi e barbari"

Almeno 138 di persone sono state uccise in Burkina Faso durante un attacco ancora senza rivendicazione, ma in cui si sospetta la mano del terrorismo islamico. È il numero più alto di vittime dal 2015, inizio dell'insurrezione jihdista nel Paese. L'incursione è stata compiuta nella notte fra venerdì e sabato a Solhan, nella provincia di Yagha. Secondo fonti della sicurezza, i corpi sono stati sepolti in fosse comuni e ci sono decine di feriti. Nessuna rivendicazione, ma la matrice sembra abbastanza chiara e inquadrata nella minaccia terroristica nel Sahel. Intanto l'Alto rappresentante Ue Josep Borrell ha ribadito che l'Unione Europea "condanna gli attacchi codardi e barbari" in Burkina Faso "e chiede che ne siano identificati gli autori". Il segretario generale dell'Onu è indignato per l'attacco, ha detto Stephane Dujarric, portavoce di Antonio Guterres.

L'attacco nel nord del Paese

La provincia di Yagha si trova nell'area delle cosiddette "tre frontiere" tra Burkina Faso, Mali e Niger, spesso bersaglio di micidiali assalti contro civili e militari da parte di jihadisti soprattutto del Gruppo sostegno all'Islam e ai musulmani (Gsim), affiliato ad Al-Qaeda; e dello Stato islamico nel grande Sahara (Eigs), ma anche di altre formazioni minori. A Tadaryat, un villaggio nella stessa regione, venerdì in tarda serata peraltro c'è stato un altro attacco in cui sono state uccise almeno 14 persone, tra cui un ausiliario dell'esercito. La carneficina senza precedenti per il Burkina, la poverissima ex-colonia francese nota fino al 1984 come Alto Volta, si è consumata a Solhan, una quindicina di chilometri da Sebba. Come hanno riferito fonti della sicurezza e locali, l'attacco è stato sferrato verso le due di notte da "individui armati" che hanno "preso di mira prima la postazione dei Volontari per la Difesa della Patria" (Vdp, ausiliari civili dell'esercito), poi case e il mercato, dati alle fiamme. Le uccisioni sono avvenute a sangue freddo, in quelle che vengono definite "esecuzioni".

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Tre giorni di lutto nazionale

La strage si inquadra nella minaccia terroristica nel Sahel, la regione semi-arida africana dove i jihadisti conquistarono gran parte del nord del Mali tra il 2012 e 2013. La Francia e altri alleati stranieri hanno dispiegato truppe ma non sono riusciti a porre fine alla rivolta. Intanto in Burkina Faso, uno dei Paesi più poveri al mondo, sono stati indetti tre giorni di lutto nazionale. Nello Stato la violenza jihadista dal 2015 ha provocato circa 1,2 milioni di sfollati e un numero di morti elevato anche se difficilmente precisabile. Finora la strage peggiore perpetrata in Burkina Faso era stata quella dell'attacco del 24 dicembre 2019 ad Arbinda, che provocò 42 morti, di cui 35 civili e sette soldati.

Borrell: "Ue riafferma il suo impegno a lottare"

Josep Borrell ha confermato che "l'Ue riafferma il suo impegno a lottare, insieme al Burkina Faso e ai Paesi della regione, contro l'insicurezza e al rafforzamento della presenza dello Stato nelle regioni più colpite". "Accanto ai suoi partner e in particolare nell'ambito della Coalizione per il Sahel - ha aggiunto - l'Ue mette la sua azione diplomatica, umanitaria e di sviluppo al servizio di questi obiettivi, per consentire al popolo burkinabé di realizzare le sue legittime aspirazioni di sicurezza e dignità".

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