Nuova tragedia del mare nelle acque tunisine. L’imbarcazione era partita con una novantina di persone a bordo dal porto libico di Zuara
Stavano tentando di attraversare il Mediterraneo dalla Libia verso l'Italia. Sono morti in 23. Settanta i superstiti che sono stati salvati vicino alla piattaforma petrolifera di Miskar, 67 chilometri al largo della costa tunisina e accolti dalla Mezzaluna rossa e dall'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). E’ proprio un funzionario della Mezzaluna Rossa a fornire la ricostruzione della nuova tragedia del mare. Secondo Mongi Slim: "L'imbarcazione era partita dal porto di Zuara, a ovest di Tripoli, non lontano dal confine tunisino. I superstiti sono 37 eritrei, 32 sudanesi e un egiziano, tutti di età compresa tra 15 e 40 anni”. Finora sarebbero stati recuperati solo due corpi. La Marina ha salvato anche a 39 migranti a 50 chilometri dalla costa tunisina, partiti tra domenica e lunedì da Sfax.
I naufragi recenti e l’azione dell’Oim
Un'altra ventina di dispersi dispersi si sono registrati il primo giugno. Erano a bordo di un’imbarcazione partita sempre dalla Libia e affondata davanti alle coste tunisine di Zarzis. A renderlo noto l'Organizzazione internazionale per le migrazioni che presta soccorso con la Marina tunisina e supporta le autorità nella fornitura di servizi di salvataggio e soccorso. Secondo Azzouz Samri, capo missione dell'Oim in Tunisia: "Dall'inizio del 2021 fino ad oggi, in stretto coordinamento con le autorita' tunisine, attraverso i suoi uffici secondari a Zarzis e Sfax, l'Oim in Tunisia ha fornito un'assistenza garantendo cibo, riparo, articoli non alimentari a un totale di 728 migranti salvati in mare”