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Post Covid, piloti di volo a rischio burnout secondo uno studio irlandese

Mondo

Secondo la ricerca un quinto dei piloti e il 58 per cento degli assistenti di volo intervistati soffre di depressione.

Allarme stress per i piloti di aerei che dopo la diminuzione dei voli per il Covid nei prossimi mesi saranno improvvisamente chiamati a sostenere ritmi vertiginosi

con la ripartenza dell'economia e del turismo.

Un gruppo di ricercatori irlandesi ha messo in guardia sui rischi per la salute mentale dei piloti e ha chiesto alle compagnie di non trascurare un "burnout" che potrebbe riguardare fino all'80% del personale.

Lo studio è del Lived Experience and Wellbeing Project, un centro del Trinity College di Dublino che studia il benessere dei lavoratori dell'aviazione e l'impatto sulle prestazioni e la sicurezza del volo. La sua pubblicazione, sul Guardian, arriva mentre nel Regno Unito sono stati programmati, dalla seconda metà di maggio, 1.841 voli diretti verso Italia, Spagna, Francia e Grecia, con i cittadini britannici che cominciano a muoversi in vista delle riaperture e della stagione estiva. Il tutto in un quadro in cui il numero di piloti nel mondo è ancora insufficiente e secondo le stime entro il 2025

ne potrebbero mancare ben 34.000. 

 

 

 

 

 

 

 

Cosa dice lo studio

Il team ha condotto un sondaggio su più di 1.000 piloti in tutto il mondo nel 2019 e ha scoperto che il 18% aveva una depressione moderata e l'80% un "burnout" moderato. Più di tre quarti degli intervistati ha detto che non rivelerebbero mai questi problemi ai datori di lavoro e l'81% ha detto di non sentirsi valorizzato dalla società per cui lavora.

Un secondo sondaggio su più di 2.000 lavoratori dell'aviazione - per lo piu' piloti, personale di cabina, controllori del traffico aereo e ingegneri - nell'agosto 2020 ha scoperto che questi lavoratori hanno sofferto piu' della media della popolazione durante la pandemia. Un quinto dei piloti infine, e il 58% degli assistenti di volo,

ha riportato una depressione moderata, rispetto al 23% della popolazione irlandese e britannica nel suo complesso.

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