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Israele a un passo dalla svolta, intesa per un governo di unità senza Netanyahu

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©Ansa

Il leader di Yamina Naftali Bennett e il centrista Yair Lapid hanno raggiunto un accordo per formare il nuovo esecutivo. Si tratterebbe del primo, da 12 anni, senza il leader di Likud. Nella maggioranza ci sarà anche la sinistra, probabile anche l'appoggio dei partiti arabi

Israele vicina a una svolta. È a un passo il governo dell’alleanza tra leader di Yamina Naftali Bennett e il centrista Yair Lapid, il primo da 12 anni a questa parte senza Benyamin Netanyahu. "Farò un governo di unità nazionale con Lapid per far uscire Israele dalla voragine", ha annunciato in serata Bennett, leader della destra nazionalista."Chi dice che c'è un governo tutto di destra a portata di mano si sbaglia. Non c'è, chi lo dice mente", ha aggiunto attaccando Netanyahu. Un'accusa alla quale il premier uscente ha subito replicato: "Bennett vi imbroglia - ha detto rivolto agli israeliani - questa è la truffa del secolo. Aveva detto in campagna elettorale che non avrebbe appoggiato Lapid, di essere un uomo di destra, attaccato ai suoi valori, ma i suoi valori hanno il peso di una piuma. E ora il governo della sinistra rappresenta un pericolo per il nostro Paese". A formare la maggioranza saranno destra (Bennett, Saar, Lieberman), centro (Lapid, Gantz) e sinistra (Laburisti, Meretz), con l'appoggio probabile - attivo o esterno - dei partiti arabi.

Si apre la settimana della svolta

La settimana che segnerà con tutta probabilità la svolta. Lapid entro mercoledì - termine ultimo del mandato affidatogli dal presidente Reuven Rivlin - dovrà comunicare al capo dello Stato di poter sciogliere positivamente la riserva sull'incarico. Poi ci sarà un settimana di tempo per convocare la Knesset, che dovrà votare il nuovo governo. Se il duo Lapid-Bennett avrà dalla sua i 61 seggi necessari in aula - o un'altra formula parlamentare in grado di assicurargli la maggioranza - allora Israele eviterà le quinte elezioni in due anni che sembravano dietro l'angolo.

 

Le divisioni di Israele

Il Paese resta profondamente diviso. Difficilissimo per il Likud sarà rinunciare al potere visto che è il maggior partito di Israele con 30 seggi e altrettanto lo sarà per Netanyahu, che ha guidato il partito per 12 anni e che ha guidato lo Stato ebraico in momenti decisivi. Anche oggi Netanyahu ha cercato (invano) di far saltare l'intesa con un appello dell'ultimo minuto a Bennett e Saar. Poi ha annunciato che intende continuare in settimana il pressing sui due con tutti i mezzi possibili per strapparli a Lapid: la proposta è una rotazione a tre per un governo a trazione integrale di destra, con Saar subito premier, seguito dallo stesso Netanyahu e poi da Bennett. Una strada che Saar ha già respinto oggi ma che Netanyahu intende percorrere lo stesso.

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