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Influenza aviaria, il primo caso umano in Messico: bambina di tre anni in gravi condizioni

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I titoli di Sky Tg24 dell'8 aprile, edizione delle 8
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Il caso è stato segnalato a Durango. "Finora non ci sono prove di una trasmissione sostenuta da persona a persona", ha affermato il ministero della Salute in una dichiarazione, aggiungendo che l'Organizzazione mondiale della sanità ritiene siano bassi i rischi di salute pubblica legati al virus per la popolazione generale

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Allarme in Messico: secondo quanto riferito dal ministero della Salute, nello stato settentrionale di Durango i giorni scorsi è stata ricoverata,  in gravi condizioni, una bambina di tre anni a causa di influenza aviaria. A parere degli esperti si tratterebbe del primo caso manifestato su un essere umano ma per il momento non sono emerse prove che certificano una trasmissione da persona a persona. "Finora non ci sono prove di una trasmissione sostenuta da persona a persona", ha affermato il ministero della Salute in una dichiarazione, aggiungendo che l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ritiene siano bassi i rischi di salute pubblica legati al virus per la popolazione generale.

Le parole del Professor Rezza

 "Nella zona, H5N1 era stato rilevato in uccelli selvatici e, probabilmente, nel pollame. L'unica certezza, almeno per ora, è che i casi di H5N1 restano sporadici e la trasmissione interumana scarsamente efficiente" il commento di Giovanni Rezza, professore straordinario di igiene e sanità pubblica all'università Vita-Salute San Raffaele di Milano,  sul primo caso umano di influenza aviaria H5N1 in Messico. Ma il professore sposta l’attenzione anche su un’altra questione: "Se un unico caso grave è stato identificato, a fronte di decine di casi (di cui solo un paio gravi) riportati in Nord-America, la seguente domanda sorge spontanea: i ceppi virali che passano direttamente dai volatili all'uomo sono più virulenti di quelli che circolano nei bovini negli Usa, oppure in Paesi con minori risorse (dalla Cambogia al Messico) vengono identificati solo i casi più gravi?".

 

I bambini i soggetti più a rischio

Sulla vicenda interviene anche il Professor Pier Luigi Lopalco, docente di igiene all’università del Salento: “Con il diffondersi dell’epidemia di influenza aviaria fra gli animali per una pura e semplice regola statistica osserveremo prima o poi casi gravi fra gli umani. I bimbi sono i soggetti a maggior rischio. Fortunatamente non fra quelli più esposti, visto che al momento l'epidemia è confinata agli allevamenti, difficilmente frequentati da bimbi".

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